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Il Piccolo, 01 luglio 2009 
 
ISPEZIONE IN FINCANTIERI DELLA MEDICINA DEL LAVORO DELL’AZIENDA SANITARIA  
Operai a rischio, evacuata la Azura  
Rsu: sulla nave assenti gli impianti per l’estrazione dei fumi. L’azienda: rilievi minimi, il lavoro continua
 
 
di LAURA BLASICH

Le lavorazioni a bordo della Azura P&O, varata venerdì scorso e trasferita alla riva E dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone il giorno dopo, ieri sono state bloccate, almeno in parte. Questa volta, però, a causare lo stop non è stato uno sciopero, ma l’intervento della Medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria. Il servizio per la prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro ha effettuato infatti un sopralluogo a bordo dell’unità, come avviene abbastanza di routine, trovando però carenze tali, stando a quanto riferisce la Fiom-Cgil, nei locali della sala macchina a poppa e in un’area di prua da disporne l’immediata evacuazione. Quanto poi l’ufficio sicurezza di Fincantieri ha provveduto a mettere in pratica, invitando con gli altoparlanti i lavoratori presenti nel settore della maxi-passeggeri a scendere a terra. L’area è stata interdetta, sempre secondo quanto riferisce la Fiom, fino a quando non sarà messa in sicurezza sotto il profilo ambientale. «Nella sala macchine la Medicina del lavoro ha riscontrato l’assenza assoluta dell’impiantistica provvisoria di estrazione fumi – afferma Moreno Luxich, coordinatore della Fiom nella Rsu di stabilimento -, mentre a prua sono state segnalate uscite di emergenza non idonee. Il servizio dell’Azienda sanitaria ha quindi deciso l’evacuazione immediata della sala macchine». Luxich sottolinea come gli Rls, cioè i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, avessero segnalato da tempo gravi carenze rispetto la ponteggiatura, l’uso dei dispositivi di protezione individuale e l’impiantistica per l’estrazione fumi a bordo dell’Azura, che si trovava quindi ancora in bacino. «La situazione che è stata riscontrata ad esempio su intero cofano, l’area in cui passano i camini, dal ponte 4 al ponte 17, era disastrosa – aggiunge Luxich – dal punto di vista della sicurezza. Se questi quindi sono i frutti dell’accordo sottoscritto da Fincantieri con l’Ispesl sulla sicurezza, ci chiediamo che valenza abbia rispetto la salvaguardia della salute e della vita dei lavoratori del cantiere navale». Quanto accaduto in stabilimento viene confermato da Luca Furlan, coordinatore della Uilm nella Rsu e segretario provinciale dell’organizzazione sindacale. «I delegati fanno quanto possono per sensibilizzare l’azienda sul tema della sicurezza – afferma Furlan – che Fincantieri del resto sostiene di ritenere una priorità. Andremo a indagare cos’è accaduto e speriamo che non finisca tutto in un palleggiamento di responsabilità. Nel caso in cui la causa fosse addebitabile a un’impresa esterna, vorremmo che Fincantieri prendesse una posizione forte, ma a carico della ditta, e non magari di singoli lavoratori, per ottenere il pieno rispetto della normativa in materia di sicurezza».
Fincantieri da parte sua sottolinea come l’ispezione dei tecnici della Uopsal dell’Azienda sanitaria isontina si sia conclusa con una richiesta all’azienda di «ottemperare ad alcune attività a bordo della Azura nei prossimi giorni rispetto a illuminazione, estrazione fumi e camminamenti» e come le aree coinvolte non siano state assolutamente precluse alle lavorazioni in corso vista la lieve entità dei rilievi. «L’unità è appena uscita dal bacino – fa inoltre presente la società – e oggi (ieri, ndr) è stata oggetto di un’ispezione il cui esito imputiamo a una gestione della commessa piuttosto travagliata a causa delle agitazioni sindacali dei mesi passati». Fincantieri ricorda come lo stabilimento di Monfalcone nei mesi scorsi abbia ottenuto il certificato di standard B+ sulla sicurezza, il più alto mai raggiunto da un cantiere navale nel mondo. «Suscita perplessità ed è singolare che l’azione ispettiva abbia avuto luogo guarda caso alla vigilia di una riunione del Protocollo di trasparenza – aggiunge la società – e soprattutto che la stampa abbia appreso dell’accesso degli ispettori prima ancora che arrivassero in stabilimento. Questo lascia spazio alla riflessione sulla spettacolarizzazione che si vuol dare a dinamiche che di per sé rientrano nella normale prassi industriale di un cantiere navale».

Il Piccolo, 02 luglio 2009 
  
DOPO I DEFICIT RISCONTRATI DAGLI ISPETTORI DELLA MEDICINA DEL LAVORO  
Fincantieri, ripristinate le condizioni di sicurezza operai di nuovo al lavoro a bordo di Azura P&O
 
 
Dopo il sopralluogo degli ispettori della Medicina del lavoro dell’Ass, che aveva riscontrato alcuni deficit nell’impiantistica di bordo, la Azura già ieri è tornata del tutto agibile ai lavoratori. Secondo Fincantieri, le dichiarazioni sull’episodio da parte della Fiom-Cgil di stabilimento «risultano assolutamente prive di fondamento», soprattutto se si considera, aggiunge la società, che il coordinatore dell’organizzazione nella Rsu «martedì non era presente in cantiere». Fincantieri sottolinea inoltre che l’impiantistica provvisoria di estrazione fumi, secondo la Fiom del tutto assente, «era presente, funzionante e in fase di potenziamento, dal momento che la nave è stata trasferita dal bacino di costruzione alla banchina d’allestimento appena sabato». «La decisione di allontanare i lavoratori dalla sala macchina è stata inoltre decisa, aggiunge la società, non dai tecnici della Medicina del lavoro, ma dalla direzione di stabilimento e, come tiene a precisare Fincantieri, «limitatamente alla sola area di apparato motore e non all’intera nave, al fine di avviare immediatamente l’adeguamento degli impianti». Al coordinatore della Fiom nella Rsu, Moreno Luxich (che si riferiva a una situazione pregressa), l’azienda contesta inoltre le affermazioni sulla situazione di scarsa sicurezza riscontrata all’interno del cofano, cioè i locali che attraversano verticalmente la nave dai motori fino al fumaiolo, «nemmeno oggetto di sopralluogo – sottolinea Fincantieri – da parte dei tecnici». «Stupisce allora che sia stata data così tanta enfasi a un’attività ispettiva che rientra nella normale prassi industriale – conclude Fincantieri -, e che per la sua finalità dovrebbe avvenire senza preavviso, ma soprattutto stupisce, e preoccupa, la circostanza che la notizia dell’operazione, molto prima ancora che essa avesse inizio, fosse nota a a ”terzi” prima ancora che a Fincantieri». Se la società precisa, la Cgil regionale replica sostenendo che «è grave e inaccettabile il tentativo di Fincantieri di dirottare sul conflitto in corso sul contratto integrativo le proprie responsabilità riguardo alla mancanza di misure e dispositivi di sicurezza rilevata dall’Uopsal (Unità operative di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Ass Isontina a bordo della nave Azura». «L’azienda, in questo modo, intende distogliere l’attenzione da significative e oggettive mancanze su procedure previste per legge – afferma il segretario generale della Cgil del Friuli Venezia Giulia, Franco Belci -, rilevate da tempo dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e implicitamente ammesse dalla dirigenza di Fincantieri. Quanto alle modalità  di diffusione della notizia relativa all’ispezione, ignoro come questa sia giunta alla stampa. Non mi scandalizza certo, in ogni caso, che in materia di sicurezza tutto avvenga alla luce del sole. Molto meglio eventuali “eccessi di trasparenza” che episodi di connivenza tra funzionari preposti alla sicurezza e imprenditori, come quelli recentemente emersi a Piacenza. Episodi, è opportuno precisarlo, certamente non riferibili a Fincantieri». Da parte sua la Fiom di stabilimento sottolinea che gli ispettori della Uopsal sono entrate nel cantiere navale di Panzano alle 10 di martedì e non alle 14 e quindi «le misure per tutelare i lavoratori a bordo dell’Azura erano già state assunte nella tarda mattinata». La Failms-Cisal ha preannunciato di voler chiedere un incontro urgente all’azienda per comprendere cosa sia accaduto martedì e la portata dei rilievi effettuati dall’Uopsal.
Laura Blasich

Il Piccolo, 04 luglio 2009 
 
IL CASO AZURA  
Fim e Fiom a Fincantieri: «Intollerabile l’attacco al delegato della Rsu»
 
 
«L’attacco personale rivolto dalla Fincantieri al coordinatore della Fiom è intollerabile. Moreno Luxich, infatti, in virtù del suo ruolo e della sua funzione, rappresenta l’intera organizzazione sindacale. Attaccare lui equivale ad attaccare i lavoratori». Secche le dichiarazioni di Fim e Fiom che, in un comunicato congiunto, replicano alla società dopo le recenti polemiche sul sopralluogo degli ispettori della Medicina del lavoro dell’Ass a bordo della Azura.
Continua così il ping pong di repliche e contro-repliche tra sindacati e Fincantieri. L’altro ieri l’azienda aveva definito «prive di fondamento» le critiche avanzate dai rappresentanti dei lavoratori in merito alla sicurezza dell’impiantistica all’interno della sala macchine dell’imbarcazione. E ora le sigle sindacali rimandano le accuse al mittente, mettendo i nodi della questione sul tavolo. «L’azienda ha dichiarato che Luxich non avrebbe potuto esprimersi sull’ispezione perché non presente nello stabilimento – si legge nel comunicato congiunto -. Peccato che il coordinatore della Fiom è riuscito a ricevere dai delegati le informazioni necessarie anche mentre si trovava a Roma per partecipare a una riunione di coordinamento, grazie – sottolineano ironicamente i sindacalisti – ai mezzi tecnologici dei nostri tempi, cioè i cellulari».
Continua l’affondo: «Sulle questioni di merito Fincantieri non ha più argomenti per giustificare una situazione ”ambiente e sicurezza” che sembra esserle sfuggita di mano. Perciò sposta l’attenzione dal problema bollando come mentitore chi osa denunciare la cruda realtà; questa volta è capitato a Luxich, domani potrebbe toccare a qualcun altro». Fim e Fiom, infine, polemicamente domandano: «Perché il giorno successivo all’ispezione tutte le maestranze sono state invitate a non salire a bordo di Azura per l’intera mattinata?».
A mantenere accesa la querelle è la stessa Fincantieri, che risponde: «L’azienda non ha mai inteso avanzare accuse personali nei confronti di Moreno Luxich, ma si è limitata a puntualizzare la propria posizione, respingendo delle critiche che erano pervenute dal coordinatore Fiom. Il fatto che Luxich fosse a Roma non rappresenta di certo un problema; però allora sarebbe stato meglio se avesse ricevuto telefonicamente le informazioni corrette. All’interno dello stabilimento esistono delle figure responsabili della sicurezza (le Rls, ndr.), chiamate a segnalare all’azienda le eventuali anomalie riscontrare. È questa la normale dialettica interna e auspichiamo che a questo si possa ritornare. Sulla decisione di non far entrare in sala macchine i lavoratori dopo l’ispezione, il motivo è charo: per velocizzare i lavori di potenziamento degli impianti si sono dovuti lasciare liberi quegli spazi». (e. c.)

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