Il Piccolo, 08 agosto 2009 

IL PROVVEDIMENTO DEL COMUNE INTENDE RESITITUIRE I MARCIAPIEDI AI PEDONI    

”Parcheggi” selvaggi, multe anche ai ciclisti
Le due ruote nel mirino dei vigili: sanzioni di 25 euro per chi non utilizza le rastrelliere
Non si potrà neppure legare il velocipede ai pali e agli alberi
Chi abbandona i mezzi per oltre dieci giorni dovrà pagare 50 euro

di LAURA BORSANI

Tolleranza zero contro gli abbandoni delle biciclette e contro la sosta-selvaggia. Semaforo rosso a quanti, specie tra i giovani ciclisti, affrontano le aree pedonali del centro come piste a ostacoli. Il primo settembre scatteranno multe e rimozioni. L’ordinanza che entrerà in vigore, assieme a quella sul decoro e la vivibilità urbana, profila precise regole al fine di migliorare l’immagine della città. Seguendo lo spirito dell’amministrazione comunale che intende educare al corretto utilizzo delle dueruote, incentivando l’uso delle apposite rastrelliere. Le multe sono di 25 euro per chi aggancia la bicicletta, con catene, lacci metallici, sistemi anti-furto a qualsivoglia manufatto, pali o alberi, diverso comunque dalle apposite rastrelliere. Sono invece 50 gli euro per l’abbandono del mezzo, anche se parcheggiato regolarmente. Una volta accertata da parte della Polizia municipale la permanenza nello stesso luogo per un periodo di almeno 10 giorni la bicicletta verrà rimossa e custodita per 3 mesi, oltre i quali sarà destinata alla demolizione, o, se in buono stato, alla donazione in beneficienza. L’accertato abbandono significa che i vigili verbalizzeranno una multa contro ignoti, che sarà contestata al proprietario qualora si presenti per il recupero del mezzo. Spese a carico anche per la custodia e la rimozione: 50 centesimi per ogni giorno di custodia di una bici e 10 euro per la sua rimozione, elevati rispettivamente a 1 euro e a 15 euro per i motorini.

Ciò che si vuole perseguire è l’ordine, il decoro cittadino e il rispetto delle regole, anche nei confronti dei ciclisti. Tolleranza zero, dunque, contro le soste-selvagge, che creano intralcio al passaggio lungo i marciapiedi di pedoni e carrozzine. Il rigore riguarda pure la sosta che ostacola l’ingresso agli edifici pubblici, agli esercizi commerciali, alle abitazioni e alle rampe dei disabili. Le biciclette verranno portate via dagli operatori comunali là dove creeranno evidente intralcio, comunque lungo i marciapiedi di ampiezza inferiore a 1,40 metri. L’attenzione sarà concentrata in centro e nelle zone dove il fenomeno è più frequente: in viale San Marco (tra le vie Toti e Carducci), piazza Cavour, le vie Duca d’Aosta, Sant’Ambrogio e della Basilica, via Marziale e Fratelli Fontanot (tra via Toti e via Matteotti), nel piazzale della Stazione e in via Randaccio. Il messaggio è quello di utilizzare al meglio le rastrelliere per le quali, peraltro, a fronte di uno specifico monitoraggio sul campo, il Comune valuterà la necessità di un eventuale incremento nei punti ritenuti necessari. Ma non ci saranno multe indiscriminate. Rimane possibile, infatti, come prevede il Codice della Strada, parcheggiare la bicicletta sulla carreggiata, in condizioni di sicurezza. Si potrà sostare con il cavalletto nelle aree pedonali. Verranno insomma colpite le soste irregolari prolungate, che creano evidente intralcio.

L’assessore alla Sicurezza, Michele Luise, lo ha sottolineato: «Le ordinanze in avvio s’inseriscono in un progetto più ampio e complesso che si completerà a fine legislatura. Il principio di fondo resta quello della vivibilità urbana, che non va disgiunto da quello della sicurezza. La lunga gestazione ha permesso di dare organicità ai provvedimenti che hanno un evidente impatto sociale. C’è voluta la giusta maturazione, coinvolgendo anche le scuole. L’obiettivo è quello di garantire la tranquillità sociale e la sicurezza, promuovendo il rispetto delle regole civili e del decoro urbano».

Il Piccolo, 11 agosto 2009 

SCATTA IL PRIMO SETTEMBRE IL NUOVO REGOLAMENTO: MULTE FINO A 50 EURO PER CHI NON USA LE RASTRELLIERE   

Bici ovunque, la città sembra un deposito  

Troppi gli abbandoni irregolari. I punti critici: il piazzale della stazione ferroviaria e Panzano

di LAURA BORSANI

Il piazzale della stazione ferroviaria ridotto a una sorta di deposito a cielo aperto di biciclette, di tutti i tipi, da quelle ancora efficienti, ad altre, ormai vecchie e arruginite, ridotte e veri e propri rottami. Alcune addiruttura prive di parti, depredate da mani ignote di selle o ruote. Uno spettacolo davvero poco ”elegante”. Le rastrelliere, sono strapiene di bici. Per lo più appartenenti a pendolari che la mattina prendono il treno per Udine o Trieste. Vi restano per ore, fino a sera, assicurate da lucchetti. È una zona, questa, dove più facilmente i mezzi in cattivo stato vengono abbandonati. Dimenticati anche a seguito di cambi di residenza, oppure parcheggiati, una volta forata una gomma, in attesa di essere ritirate. Le rastrelliere sono talmente cariche che le biciclette ”debordano” nel piazzale, consegnando uno spettacolo poco gradevole alla vista di quanti escono dalla stazione. Sono addossate ai muri. Agganciate ai pali dell’illuminazione. Catene con grossi anelli d’acciaio avvolgono imperiose anche le ringhiere delle recinzioni ferroviarie. Infilate pure tra le griglie delle reti metalliche. Disordine e scarso decoro si ripropongono nell’area d’ingresso della Fincantieri a Panzano. Le bici invadono l’ultimo tratto di via del Mercato. A centinaia regolarmente parcheggiate nelle rastrelliere lungo la fabbrica, in file parallele in una zona di pertinenza della fabbrica, dove un cartello indica il ”secondo turno”. Ma il senso del rigore cede il passo quando i mezzi giacciono incustoditi su panettoni e spallette in cemento, addossate al muretto di recinzione dell’area di sosta dello stabilimento, a dispetto dei segnali di esplicito divieto. Altri punti critici, evidenziatisi in passato, sono inoltre l’area del liceo, in via Matteotti, nonchè le zone a ridosso degli stabili, in particolare del centro, abitati da immigrati. Qui le biciclette, che spesso rappresentano l’unico mezzo di locomozione per molte famiglie straniere, vengono parcheggiate in modo evidentemente improprio. Tempi duri per la sosta-selvaggia. Le immagini di degrado hanno i giorni contati. Dal primo settembre non saranno più tollerate le irregolarità che ora pesano sulla città. Certo, hanno spiegato al Comando della Polizia municipale, l’applicazione della nuova ordinanza sarà graduale preceduata da una campagna di informazione-educazione. Nei punti di maggiore criticità, come l’area antistante la stazione ferroviaria, verranno anche apposti cartelli temporanei di avviso, comunicando in anticipo l’arrivo dei divieti e delle multe. Sono 25 euro per quanti ”incatenano” i mezzi a pali e ringhiere o li appoggiano ai muri degli edifci. Sono 50 euro per l’abbandono ”certificato” nel medesimo luogo per almeno 10 giorni. Scatteranno rimozioni e verbali contro ignoti, fino alla contestazione al proprietario che si presenterà per il recupero del mezzo. Spese di rimozione (10 euro per le bici, 15 per i motorini) a carico, come le ore di custodia (rispettivamente 50 centesimi e 1 euro). Non sarà dunque un ”repulisti” traumatico. Perchè partiranno le prime verifiche e i sopralluoghi, intervenendo secondo priorità, di fronte a situazioni di evidente intralcio e degrado. Il tutto dovendo peraltro organizzare gli interventi con il personale comunale.

Messaggero Veneto, 14 agosto 2009 

Monfalcone. Ordinanza del Comune: giro di vite per quanto riguarda le soste selvagge e gli abbandoni   

Tolleranza zero per i ciclisti indisciplinati

MONFALCONE. Non saranno più tollerati a Monfalcone gli abbandoni delle biciclette e la sosta-selvaggia delle due ruote, ma particolare attenzione sarà prestata a quanti (soprattutto giovanissimi) usano le aree pedonali e i marciapiedi come velodromi. Entrerà in funzione, infatti, il prossimo 1º settembre l’ordinanza del Comune di Monfalcone “Interventi sulla vivibilità urbana. Tutela della qualità urbana e del decoro urbano” con cui si intende regolare l’uso della due ruote, il divieto di aggancio dei velocipedi a manufatti stradali e l’abbandono di biciclette in cattivo stato. Dal primo settembre scatteranno multe e rimozioni. Lo spirito dell’amministrazione comunale è quello di incentivare l’uso delle due ruote, ma in modo regolato, con uso delle apposite rastrelliere il cui numero sarà potenziato. Le multe sono di 25 euro per chi aggancia la bicicletta, con catene, lacci metallici, sistemi antifurto a qualsivoglia manufatto, pali o alberi, diverso comunque dalle apposite rastrelliere. Sono invece 50 gli euro per l’abbandono del mezzo, anche se parcheggiato regolarmente. Una volta accertata da parte della Polizia municipale la permanenza nello stesso luogo per un periodo di almeno 10 giorni la bicicletta verrà rimossa e custodita per 3 mesi, oltre i quali sarà destinata alla demolizione, o, se in buono stato, alla donazione in beneficenza. Se il proprietario si presenterà per il ritiro, le spese per la custodia e la rimozione saranno a sua carico. Il rigore nel posteggio delle bici riguarda anche la sosta che ostacola l’ingresso agli edifici pubblici, agli esercizi commerciali, alle abitazioni e alle rampe dei disabili. Le biciclette verranno portate via dove creeranno intralcio e comunque lungo i marciapiedi di ampiezza inferiore a 1,40 metri. L’attenzione sarà concentrata in centro e nelle zone dove il fenomeno è più frequente: in viale San Marco (tra le vie Toti e Carducci), piazza Cavour, le vie Duca d’Aosta, Sant’Ambrogio e della Basilica, via Marziale e Fratelli Fontanot (tra via Toti e via Matteotti), nel piazzale della Stazione e in via Randaccio. Rimane possibile, infatti, come prevede il Codice della Strada, parcheggiare la bicicletta sulla carreggiata, in condizioni di sicurezza. Si potrà sostare con il cavalletto nelle aree pedonali. Ma la scelta dell’amministrazione che punta al decoro del centro città non piace a tutti. «Davvero non si riesce a comprendere cosa passa per la testa degli amministratori a Monfalcone. Che la città abbia seri problemi da affrontare è un dato di fatto. Altrettanto evidente che i veri problemi vengano sistematicamente ignorati creando assurde emergenze da dare in pasto all’opinione pubblica e ai media» dice il presidente provinciale dei Verdi, Mauro Bussani, che in previsione dell’ordinanza annuncia una possibile “critical mass-biciclettata di protesta” presumibilmente nel tardo pomeriggio di sabato 29 agosto con ritrovo davanti al municipio. Più drastico lo scrittore, ciclista appassionato Emilio Rigatti, che della bicicletta ha fatto il suo mezzo principale protagonista di tanti libri. «Ho deciso di cancellare Monfalcone dalle mie personali città ciclabili. Beccarmi una multa perché ho attaccato una bici all’abero? O vedermela rimossa anche se l’ho parcheggiata regolarmente? Ci verrò solo quando ne ho bisogno sul serio non più per il piacere di un caffè e in macchina. Così do il mio contributo di inquinamento, visto che l’asbesto a quanto pare non basta. A Ferrara – scrive ironico –, tutti i sensi unici hanno una striscia contromano legale per le bici. È bello vedere le bici parcheggiate dappertutto e la città usata dai cittadini. Chi ha promosso e sta promuovendo un uso del territorio privilegiato, favorendo i gruppi speculativi, lo ha fatto con la legge dalla sua. Non lo possiamo multare. È fatto permesso ai cittadini dotati di mezzi di aprire centri commerciali, fabbriche, cartiere, e quant’altro, compromettendo il paesaggio e la decenza ambientale, purché scrivano sui muri esterni dei loro splendidi manufatti: è vietato appoggiare le biciclette. Genitori con figli in carrozzella, attenti: i prossimi potreste essere voi». (cris.vis.)

Il Piccolo, 21 agosto 2009 

Pista ciclabile, arriva il ”verde a chiamata”   

In via Duca d’Aosta destinata a proseguire la difficile convivenza tra ”due ruote” e pedoni

Ciclisti e pedoni continueranno a convivere in via Duca d’Aosta. Raccolte di firme, interrogazioni e proteste non fanno recedere il Comune dalla scelta, effettuata tre anni fa, di far coesistere sul marciapiede di destra della centralissima strada spazi dedicati ai pedoni e pista ciclabile. Ma qualcosa il Comune intende comunque fare per evitare incidenti e confusione: avviare una ”campagna educativa” nei confronti dei ciclisti, a volte decisamente imprudenti, e intervenire (come hanno fatto ieri) per insegnare ai ciclisti l’impiego del nuovo ”verde a chiamata” con pulsante istituito per rendere più sicuro l’attraversamento delle laterali, prima di tutte via Oberdan.

Il problema di via Duca d’Aosta, in effetti, continua a sollevare polemiche. Al momento di creare la nuova pavimentazione sulla via – quattro anni fa – è stato deciso di allargare il marciapiede e di riservare due distinti spazi ai pedoni e ai ciclisti, delimitati da segni sulla pavimentazione in pietra. «C’è pericolo – hanno subito contestato i commercianti e gli esercenti della strada -. Le biciclette sfrecciano sul marciapiede, soprattutto d’estate. C’è un rischio costante per le persone, soprattutto anziani e bambini, di venir investiti».

Un primo ”rattoppo” c’è stato: il posizionamento di fioriere distanziate che delimitano la pista ciclabile. «Non basta – hanno subito replicato i contestatori. Il pericolo c’è sempre». È in effetti gli investimenti non sono mancati, anche se senza gravi conseguenze. È partita una raccolta di firma, lanciata dal comitato ”Oltre il cantiere” per mettere fine alla commistione. Poi la consigliera del PdL Suzana Kulier ha rivolto un’interrogazione al sindaco. In un primo momento sembrava che il Comune dovesse correre ai ripari, tanto che l’ex assessore Bou Konate aveva annunciato lo spostamento della pista. Poi c’è stato un dietro-front. Ora l’assessore Massimo Schiavo conferma che pedoni e ciclisti sono destinati a convivere ancora a lungo.

«Non facciamo demagogia – dice -. Non c’è città europea in cui ciclisti e pedoni non si dividano equamente le ”isole” senza traffico. Pericoli in via Duca d’Aosta? Se ci sono, sono dovuti dall’imprudenza di alcuni ciclisti che ritengono di essere i padroni del marciapiede. Abbiamo preparato migliaia di depliant per ricordare a tutti i fruitori di biciclette quali sono le regole da osservare e quali le sanzioni per chi non lo fa. Speriamo che ciò possa bastare». Ma di tornare indietro non se ne parla. (f.m.)

Il Piccolo, 26 agosto 2009 

SABATO MANIFESTAZIONE DEI VERDI   

Corteo di ciclisti, no all’ordinanza contro le soste selvagge delle bici

La protesta, a Monfalcone, corre sulle due ruote. Il segretario provinciale dei Verdi Mauro Bussani ha indetto per sabato pomeriggio una biciclettata di protesta contro la nuova ordinanza sul decoro e sulla vivibilità urbana, di recente varata dalla giunta Pizzolitto. I partecipanti scenderanno in piazza e sfileranno, in sella alla bici, sotto le finestre del municipio per esprimere dissenso nei confronti del provvedimento (non ancora in atto) a cui l’esecutivo di centrosinistra affida un compito delicato: disciplinare la condotta dei cittadini. Come? Colpendo quanti sono soliti incatenare la propria due ruote lontano dalle rastrelliere. Si profila dunque una rovente battaglia ideologica tra il ”popolo ciclista”, che sostiene la mobilità ecologica senza freni normativi e l’amministrazione, accusata di fissare “paletti” in grado solo di disincentivare l’uso della bici. Bussani ha lanciato un poderoso tam tam nel web per radunare chi si professa contrario alle nuove regole. L’ordinanza, studiata dall’assessore alla Sicurezza, Michele Luise, dovrebbe entrare in vigore il 1° settembre, ma quasi sicuramente la data slitterà di qualche giorno per la necessità di predisporre le rastrelliere. «Davvero non si riesce a comprendere cosa passi per la testa degli amministratori – dichiara il leader dei Verdi -. Che la città abbia seri problemi da affrontare è un dato di fatto. Altrettanto evidente che le vere criticità vengano sistematicamente ignorate creando assurde emergenze da dare in pasto all’opinione pubblica. Questa volta l’assessore Luise ha puntato il dito contro coloro che scelgono la bici come sano ed ecologico mezzo di trasporto. E’ difficile esprimere il disagio che emerge da tanti cittadini per questa ordinanza». Un commento sulla querelle, da parte dello scrittore Emilio Rigatti, è invece apparso su “Morire di cantiere”: “Ho deciso di cancellare Monfalcone dalle mie personali “città ciclabili”. Beccarmi una multa perché ho attaccato una bici all’albero? O vedermela rimossa anche se l’ho parcheggiata “regolarmente”? Ci verrò solo quando ne ho bisogno sul serio (non più per il piacere di un caffè o dello struscio in viale San Marco), e in macchina. Così do il mio contributo di inquinamento, visto che l’asbesto a quanto pare non basta». Chi non presta il fianco alle critiche è però l’assessore Luise: «In una lettera che mi è stata indirizzata, sono stato apostrofato come l’“insensibilissimo assessore all’insicurezza” e accusato di voler far cassa alle spese dei ciclisti. Ma io stesso sono un amante della bici e la uso quando posso, difatti me ne hanno rubate tre. L’amministrazione non intende lanciare una “caccia ai ciclisti”: potenzieremo la dotazione delle rastrelliere con altri 50 supporti da collocare in punti strategici. Lo stesso faremo con i posacenere da passeggio, per evitare il degrado di cicche e chewing-gum a terra. Non è civile che i disabili o le mamme con le carrozzine non possano usare il marciapiede perché c’è chi li occupa con le bici. Se vogliamo sviluppare il territorio in un’ottica di accoglienza bisogna che le regole vengano rispettate da tutti, specialmente in una città divenuta complessa a causa dei flussi migratori».

Tiziana Carpinelli

Il Piccolo, 28 agosto 2009 

Lettere: Carcere a cielo aperto

Più passa il tempo e più difficile diventa capire quali siano i riferimenti che orientano le linee amministrative della giunta Pizzolitto a Monfalcone. Non passa giorno che la giunta e la maggioranza che la supporta propongano qualche discussione o qualche ordinanza tesa a dividere la cittadinanza in surreali categorie da perseguire in quanto tali. In special modo il neoassessore alla “sicurezza” Michele Luise è colui che si prende la responsabilità di effettuare tale analisi sociologica seconda in profondità solo ai serial polizieschi trasmessi alla televisione. La domanda che ci assilla è: ma esiste veramente a Monfalcone una maggioranza sociale interessata ad una simile mortificazione delle relazioni tra i cittadini? L’esistenza stessa di un assessorato alla sicurezza risponde veramente alla complessità che Monfalcone esprime o è attinente soltanto alla salvaguardia degli equilibri di una classe politica incolore e sempre più avulsa dalla realtà che dovrebbe rappresentare? Evidentemente sono i cittadini a sbagliare quando credono che i problemi di Monfalcone siano quelli della casa e di affitti o mutui insostenibili, della continuità di reddito seriamente minacciata dalla crisi in atto, della sicurezza sul lavoro, della speculazione edilizia che ha praticamente cancellato ogni ambiente naturale in città, della scarsità di spazi di aggregazione pubblici e privati sempre più osteggiati. E si potrebbe continuare a lungo. Invece no. I veri problemi argutamente individuati sono coloro che sputano a terra (e si va a colpire la categoria stranieri), coloro a cui piace la musica e l’arte di strada (e si va a colpire la categoria “giovani” con tanto di divieto di assembramento), coloro che sono costretti ai margini della società (e si va a colpire la categoria “poveri”). In un delirio senza fine che trasformerà la città in un carcere a cielo aperto. Ora è la volta di chi utilizza la bicicletta come ecologico e salutare mezzo di trasporto personale ed è puntualmente in preparazione un’ordinanza tutta tesa a disincentivarne l’uso. Multe e perdita di punti sulla patente, tolta la possibilità di legare la bici ai pali o agli alberi, di appoggiarle al muro, sequestro per chi lascia la lascia ferma più di dieci giorni anche nelle poche rastrelliere in città. Sarà necessario entrare nell’ottica di usare la macchina anche per andare a prendere il caffè sotto casa. Non sarebbe il caso che l’Amministrazione comunale prenda ad esempio le grandi e civili città del nord Europa – e anche alcune illuminanti realtà in Italia – dove le bici sono dappertutto sia in movimento che posteggiate? Ma evidentemente, più che per una necessità reale, si vuole promuovere un modello sociale dove si lavora (male), ci si sposta solo in macchina per recarsi ai centri commerciali, si torna a casa a consumare e guai a fermarsi a chiacchierare con più di un amico, men che meno in piazza della Repubblica. Si percepisce un odioso atteggiamento nelle parole dell’assessore Massimo Schiavo quando afferma sui quotidiani “indietro non si torna” e se è allo scontro tra visioni di vita differenti che si vuole arrivare i ciclisti non si tirano certo indietro. Dovrà prevalere l’intelligenza e la lungimiranza. Sabato 29 agosto sarà Critical Mass, biciclettata di protesta contro l’emanazione di questa ordinanza prevista per settembre. L’appuntamento è dalle ore 17 davanti al comune in piazza della Repubblica muniti di bicicletta e trombette per farsi sentire. Partenza del giro per le vie della città alle 18, tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

Mauro Bussani

presidente dei Verdi della provincia di Gorizia.

Messaggero Veneto, 28 agosto 2009 

Monfalcone, l’ordinanza sulle bici non piace: i Verdi organizzano per domani una protesta  

MONFALCONE. Scatterà martedì prossimo a Monfalcone l’ordinanza comunale che regola uso e sosta delle biciclette: non saranno più tollerati gli abbandoni delle bici e la sosta selvaggia delle “due ruote” e particolare attenzione sarà prestata a quanti (soprattutto giovanissimi) usano le aree pedonali e i marciapiedi come velodromi.

L’ordinanza che è dedicata a “Interventi sulla vivibilità urbana. Tutela della qualità urbana e del decoro urbano” intende regolare l’uso della “due ruote”, il divieto di aggancio delle biciclette a manufatti stradali e l’abbandono di biciclette in cattivo stato, prevedendo anche multe e rimozioni. Lo spirito dell’amministrazione è quello d’incentivare l’uso delle due ruote, ma in modo regolato, con uso delle apposite rastrelliere, il cui numero sarà potenziato.

Le multe sono di 25 euro per chi aggancia la bicicletta con catene, lacci metallici, sistemi antifurto a qualsivoglia manufatto, pali o alberi, diverso comunque dalle apposite rastrelliere. Sono invece 50 gli euro per l’abbandono del mezzo, anche se parcheggiato regolarmente. Una volta accertata da parte della Polizia municipale la permanenza nello stesso luogo per un periodo di almeno dieci giorni, la bicicletta verrà rimossa e custodita per tre mesi, oltre i quali sarà destinata alla demolizione, o, se in buono stato, alla donazione in beneficenza. Se il proprietario si presenterà per il ritiro, le spese per la custodia e la rimozione saranno a suo carico. Il rigore nel posteggio delle bici riguarda anche la sosta che ostacola l’ingresso agli edifici pubblici, agli esercizi commerciali, alle abitazioni e alle rampe dei disabili. Le biciclette verranno portate via dove creeranno intralcio e comunque lungo i marciapiedi di ampiezza inferiore a 1,40 metri. L’attenzione sarà concentrata in centro e nelle zone dove il fenomeno è più frequente.

Rimane possibile, infatti, come prevede il Codice della strada, parcheggiare la bicicletta sulla carreggiata, in condizioni di sicurezza, e si potrà sostare con il cavalletto nelle aree pedonali.

Eppure la scelta dell’amministrazione non piace a tutti e per domani, prima dell’entrata in vigore dell’ordinanza, è annunciata una manifestazione di protesta che, guarda caso, si svolgerà in bicicletta. L’appuntamento è dalle 17 davanti al Comune in piazza della Repubblica «muniti di bicicletta e trombette per farsi sentire», sollecita il presidente provinciale dei Verdi, Mauro Bussani. Alle 18 ci sarà la partenza del giro per le vie della città e tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. «Più passa il tempo più difficile diventa capire quali siano i riferimenti che orientano le linee amministrative della giunta Pizzolitto a Monfalcone. Non passa giorno senza che la giunta e la maggioranza che la supporta propongano qualche discussione o qualche ordinanza tesa a dividere la cittadinanza in surreali categorie da perseguire in quanto tali. In special modo il neoassessore alla “Sicurezza” Luise è colui che si prende la responsabilità di effettuare tale analisi sociologica seconda in profondità soltanto ai serial polizieschi trasmessi alla televisione».

«L’esistenza stessa di un assessorato alla Sicurezza risponde veramente alla complessità che Monfalcone esprime o è attinente soltanto alla salvaguardia degli equilibri di una classe politica incolore e sempre più avulsa dalla realtà che dovrebbe rappresentare?», si chiede Bussani, che ironizza sul fatto che siano i cittadini a sbagliare quando credono «che i problemi di Monfalcone siano quelli della casa e di affitti o mutui insostenibili, della continuità di reddito seriamente minacciata dalla crisi in atto, della sicurezza sul lavoro, della speculazione edilizia che ha praticamente cancellato ogni ambiente naturale in città, della scarsità di spazi di aggregazione pubblici e privati sempre più osteggiati». (cr.vi.)

Il Piccolo, 29 agosto 2009 

MANIFESTAZIONE ANTI-ORDINANZA   

Anche Emilio Rigatti: al corteo su due ruote

A Monfalcone, lui, c’arriverà con la fiammante “Specialized tricross”, l’amata bicicletta color bianco latte che immancabilmente lo accompagna nei suoi viaggi on the road. «Niente trombetta da casa», dice subito Emilio Rigatti, scrittore e gran macinatore di chilometri sulle ”dueruote”. Ma se gliene metteranno una in mano “non mi tirerò indietro e strombazzerò pure io”, chiosa. Già, perché in prima fila, a protestare contro la nuova ordinanza sul decoro e la vivibilità urbana promossa nei giorni scorsi dall’amministrazione Pizzolitto, ci sarà anche Rigatti, il quale alle 17 giungerà in piazza della Repubblica per prendere parte alla “biciclettata dissidente” indetta dai Verdi. «Ho ricevuto la mail di invito dal segretario provinciale dei Verdi, Mauro Bussani – spiega al telefono – e così ho pensato di aderire all’iniziativa, che sarà anche la mia prima “critical mass”». «Anzi, la seconda», s’affretta ad aggiungere, corretto dalla moglie. «Comunque sia, mi è sembrato giusto parteciparvi – prosegue – perché pare proprio strano, nel frangente in cui si cerca di promuovere l’alleggerimento della mobilità, il veto di appoggiare al muro una bicicletta. Non voglio giustificare i pirati delle dueruote: se uno va contromano è giusto punirlo. Del resto, le norme ci sono. Se una bici è abbandonata da due mesi davanti a una stazione, si chiama la nettezza urbana e la si fa rimuovere». Lo scrittore-ciclista ritiene che appoggiare la bici a una parete sia «un atto di amicizia verso la città». «Noi amanti della bici – chiarisce – abbiamo una paura folle che ce la rubino, come peraltro spesso capita. Perciò cerchiamo di parcheggiarla il più possibile vicino a dove dobbiamo andare. E poi, diciamolo pure, il territorio è pieno di brutture: centri commerciali, fabbriconi, caselli autostradali e nessuno dice niente. I sindaci hanno fatto tanto per disincentivare l’uso dell’auto, penso a via Sant’Ambrogio, e poi si chiede metaforicamente ai ciclisti di togliersi le scarpe prima di andare in pista?».

Tiziana Carpinelli

COMPLETATA LA RETE URBANA L’ATTENZIONE RIVOLTA AL COLLEGAMENTO CON LA PROVINCIA DI TRIESTE   

Pista ciclabile da Monfalcone a Duino  

L’assessore Schiavo rilancia il progetto di un tracciato percorribile in sicurezza

Monfalcone e Duino Aurisina più vicine grazie a una pista ciclabile. Simbolo di culture già legate da un patrimonio dato dalla Storia e da quotidiani interscambi, compresa la frequentazione delle spiagge di Sistiana e Marina Julia. A rilanciare l’iniziativa, rispolverando un progetto già messo a punto in passato dalle rispettive amministrazioni provinciali e comunali, è l’assessore all’Urbanistica, Massimo Schiavo. Che, sostenendo con forza lo sviluppo della mobilità sulle dueruote dotando la città di un organico sistema ciclabile, guarda con favore alla possibilità di garantire il nuovo percorso sfruttando la continuità con la rete esistente. Non si tratta, precisa, di un progetto immediato, considerando le debite priorità e le risorse finanziarie disponibili. La filosofia dell’amministrazione, infatti, è quella di concentrare gli interventi sui collegamenti urbani, a servizio dei monfalconesi, fino a comprendere le connessioni con Ronchi e Staranzano, anche in virtù del raggiungimento del presidio ospedaliero. Ma la valenza del progetto resta intatta. A maggior ragione ora che la rete ciclabile cittadina è a un buon punto di completamento. Il tutto, a fronte di una realizzazione a costi contenuti.

L’assessore conferma dunque la disponibilità a rinnovare i contatti con il Comune di Duino Aurisina, sulla scorta di un progetto che potrebbe vedere la luce in un futuro non troppo lontano. «I collegamenti attraverso la rete ciclabile – osserva – sono previsti, a livello urbano, nell’ambito del piano del traffico, ai fini della mobilità sostenibile. Il principio di fondo è quello di consolidare in primis le connessioni cittadine. Per i collegamenti con i territori limitrofi, interviene anche il piano provinciale della viabilità, soprattutto in termini turistico-ricreativi». Schiavo cita il percorso ciclabile da Marina Julia fino al collegamento verso Grado e il raggiungimento di Ronchi dei Legionari grazie al nuovo sottopasso ferroviario. La prosecuzione della pista ciclabile attraverso il canale, dietro il presidio ospedaliero. Più complessa ma comunque auspicabile, la ”comunicazione” con Staranzano, dove la pista ciclabile attualmente raggiunge via Terenziana.

Quindi il collegamento con Duino-Aurisina prospettato dagli strumenti urbanistici comunali e provinciali. «Vediamo con favore l’idea di collegamento con Duino-Aurisina – spiega Schiavo -. Esaurite le priorità legate alla rete urbana e tenendo conto delle esigenze di collegamento con Ronchi e Staranzano, si può riprendere in mano il vecchio progetto». L’idea è di sfruttare il percorso ciclabile esistente lungo il canale Valentinis, che giunge ora fino all’altezza della centrale Enel. Da qui, l’innesto proseguirebbe in via Terza Armata. Si tratta di un collegamento più sicuro e alternativo al tratto di statale 14 coincidente con le vie Boito-Colombo. La pista ciclabile percorrerebbe l’intera via Terza Armata utilizzando lo spazio all’interno del marciapiede. Raggiunta la rotatoria a ridosso del raccordo autostradale, il percorso si immetterebbe sulla statale. Punto dal quale si aggancerebbe il tracciato di Duino-Aurisina. Schiavo non esclude comunque la possibilità di intervenire con una pista ciclabile anche lungo via Boito-Colombo, nell’ambito del prospettato riassetto della statale, a servizio altresì dei residenti del tratto terminale di via Romana.

Laura Borsani

Il Piccolo, 23 settembre 2009 

IN VIGORE DA IERI L’ORDINANZA DEL COMUNE

Caos-bici, rimozioni ma nessuna multa  

Già sparite decine di ”due ruote” abbandonate. Pronte 46 nuove rastrelliere

Dure a morire le cattive abitudini, ciclisti per ora graziati dai vigili urbani

Ore 11.45: una city-bike dal telaio rosso porpora viene parcheggiata davanti al panificio Miniussi di via 9 Giugno. L’incauto ciclista non sa, o non si è ancora reso conto, che rischia al rientro dalla sua commissione di non ritrovare più la due ruote: è infatti scattata l’ora X, quella dell’entrata in vigore dell’ordinanza anti-bici selvaggia, una delle misure restrittive adottate dall’amministrazione Pizzolitto per contrastare il degrado urbano. Lasciata in quel punto dove l’ansa del marciapiede si restringe, la city-bike ostacola la passeggiata dei pedoni, accorciando di molto la distanza di un metro e 30 fissata dal regolamento comunale per il libero passaggio. Una misura che, se non viene rispettata dal ciclista, fa scattare la rimozione del mezzo. E ieri mattina, circostanze come questa non erano rare: molti altri, infatti, hanno continuato a incatenare la bici a un palo o a un lampione, anziché infilarla nella rastrelliera più vicina. È bastato fare un giretto attorno alla stazione, lungo viale San Marco o in via Fontanot, all’altezza del Liceo, per accorgersi della diffusa “distrazione”. O ancora nei pressi dello stabilimento navale o in via Duca d’Aosta dove c’è chi arriva a parcheggiare le due ruote perfino nel mezzo della pista ciclabile. Insomma, il varo della nuova ordinanza non ha fatto cambiare la situazione anche se, complice il sopralluogo della scorsa settimana, già una ventina di bici-catorcio, da tempo abbandonate, sono state rimosse dai marciapiedi. Per il momento nessuna sanzione è stata elevata: il comandante della Polizia municipale Walter Milocchi ha assicurato un’entrata in vigore soft della nuova normativa. Che tradotto significa: in attesa dell’arrivo delle 46 nuove rastrelliere e che i ciclisti si abituino a una condotta più disciplinata i vigili non adotteranno il pugno di ferro. Prendiamo un sito strategico come quello della stazione: le strutture presenti sono tutte utilizzate dai pendolari, ma non bastano. E così i cittadini sono costretti a inchiodare le due ruote al primo palo che si presenta agli occhi e la piazzola che fa da spartitraffico tra via Marziale e via Toti costituisce un “accampamento” di bici. Le regole d’ora in avanti sono chiare: se i vigili fotografano un mezzo in evidente stato di abbandono subentra la rimozione. Idem per quelle bici che non garantiscono lo spazio di un metro e 30 sul marciapiede.

Tiziana Carpinelli

Il Piccolo, 25 settembre 2009 

Meno inquinamento e più piste ciclabili   

Incontro con i cittadini per spiegare il piano intercomunale del traffico

Il percorso autorizzativo del nuovo Piano urbano del traffico di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano si avvia verso i passaggi decisivi. Il primo è quello relativo alla conclusione della procedura di Valutazione ambientale strategica del Put, che serve in sostanza a evidenziare la congruità  delle scelte di uno specifico piano rispetto alla normativa esistente e agli strumenti di pianificazione di livello superiore, agli obiettivi di sostenibilità  ambientale stabiliti a livello internazionale, nazionale e locale.l Put produrrà inoltre una diminuzione dei volumi di traffico a Ronchi e una diversificazione degli stessi a Monfalcone, mentre a Staranzano i veicoli in transito dovrebbero scendere sotto i 250 all’ora. Il piano prevede del resto la triplicazione delle piste ciclabili, l’aumento delle Zone a traffico limitato, l’introduzione generalizzata delle “Zone 30” e l’incrementodella dotazione di parcheggi. Il Put produrrà inoltre una diminuzione dei volumi di traffico a Ronchi e una diversificazione degli stessi a Monfalcone, mentre a Staranzano i veicoli in transito dovrebbero scendere sotto i 250 a ora. Prima di porre la parola fine alla Vas, le tre amministrazioni comunali hanno deciso di promuovere un incontro con i cittadini e tutti i soggetti interessati per presentare il Rapporto ambientale, ciooè il documento che raccoglie le informazioni, gli elementi di analisi, gli approfondimenti e le valutazioni espressi durante la procedura di valutazione del Put. L’appuntamento è fissato per mercoledì alle 15.30 nella sala conferenze “Delbianco” a Staranzano, come hanno annunciato ieri gli assessori all’Urbanistica di Monfalcone Massimo Schiavo e Ronchi dei Legionari Sara Bragato. Le amministrazioni comunali hanno comunque già incassato il parere favorevole dell’Azienda sanitaria isontina e sono in attesa di quello dell’Arpa, che pure dovrebbe essere positivo. Per completare il quadro necessario a chiudere il processo di Vas gli enti locali dovranno ricevere i pareri di Regione e Provincia. Obiettivo per l’amministrazione di Monfalcone, come ha spiegato ieri l’assessore Schiavo, è quello di portare il Piano urbano del traffico all’attenzione del Consiglio comunale entro l’anno. «Il piano ha rappresentato un’occasione straordinaria per ragionare a un livello territoriale più ampio – ha detto l’assessore all’Urbanistica -. Riteniamo quindi negativi i passi indietro effettuati dalla Regione su questo fronte».

Anche l’assessore Sara Bragato di Ronchi ha rilevato come l’azione dei tre Comuni abbia evitato per una volta di scaricare i problemi sui vicini e abbia in ogni caso avuto come obiettivo il miglioramento della qualità  ambientale del territorio e non solo della viabilità dell’area. Stando all’analisi di effetti e impatti condotta nell’ambito della Vas, l’insieme di interventi previsti dal Piano del traffico consentirà di arrivare a una riduzione del 2,5% delle emissioni di CO2.

Messaggero Veneto, 25 settembreE 2009 

Monfalcone, entro l’anno il piano del traffico che comprende anche Ronchi e Staranzano 

MONFALCONE. Recepite le eventuali osservazioni e ottenuto il parere degli enti Regione, Provincia, Azienda sanitaria, Arpa, potrebbe essere adottato entro fine anno, dal comune di Monfalcone, il Piano del traffico dell’area urbana costituita dai comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Staranzano.

Questo almeno secondo le intenzioni dell’assessore all’urbanistica Massimo Schiavo, che, nonostante non sia previsto come necessario, intende portare il piano in discussione del consiglio comunale. «Un passaggio che riteniamo fondamentale» ha detto Schiavo annunciando per mercoledì 30 settembre, alle 15.30 nella sala Delbianco di Staranzano (vicino alla biblioteca) nel corso di un incontro pubblico, la presentazione della Vas, valutazione ambientale strategica del piano del traffico, che dall’analisi degli effetti/impatti ambientali del piano ha previsto come i principali fattori di inquinamento atmosferico e acustico subiranno presumibilmente una riduzione: in particolare viene indicata una riduzione dell’emissione di anidride carbonica del 24%, da cui deriva una riduzione anche degli altri inquinanti atmosferici e acustici. «Discuteremo la Vas con i portatori di interesse, ovvero con i cittadini e con i progettisti del piano e i rappresentanti dei tre comuni. È un passo indispensabile per portare i comuni all’adozione dello strumento urbanistico, occasione straordinaria che può essere riproposta in altre sedi per discutere del territorio. Unico elemento negativo – ha voluto evidenziare l’assessore monfalconese – è l’annullamento dell’efficacia della legge regionale 5, che consigliava di avviare strumenti urbanistici sovra comunali. La regione, cancellandola, ha fatto un passo indietro. Mi resta sul dubbio sul perché sia stata fatta questa scelta, quando regioni vicine, con maggioranze politiche simili al Friuli Venezia Giulia, hanno leggi ispirate agli stessi principi. Adesso si parla solo di aumenti di volumetrie e non di pianificazione urbanistica. Noi, però restiamo fermi nei nostri propositi di collaborazione: più l’azione sarà coordinata, meglio sarà».

L’assessore all’urbanistica di Ronchi, Sara Bragato ha ricordato come la Vas sia stata redatta da professionisti, così come l’intero piano, nato in un’ottica di riduzione delle emissioni di anidride carbonica «e che quindi porterà un miglioramento non solo sulla viabilità del territorio, ma anche a livello ambientale. I lavoro fatto fra i tre comuni ha fatto sì che si sia avuta una visione complessiva del problema, senza scaricare le responsabilità uno sull’altro. Abbiamo analizzato la situazione considerano i problemi, soprattutto quelli del traffico tenendo conto che le difficoltà che sorgono in un comune si riflettono anche sugli altri. Confido – ha detto – in un’ampia partecipazione di cittadini e che l’ iter del piano si concluda quanto prima e in maniera positiva».

All’incontro parteciperanno gli assessori Schiavo e Bragato, il sindaco di Staranzano Lorenzo Presot, l’architetto redattore della Vas, Maristella Caramaschi e il progettista ingegnere e redattore del piano, Fiorella Honsell. (c.v.)

Il Piccolo, 20 ottobre 2009 

A SEGNO LE ORDINANZE DEL COMUNE  

Prime 14 multe agli accattoni e 11 per abbandono di rifiuti  

Sindaco e assessore a confronto con i rappresentanti dei rioni

di LAURA BORSANI

Quattordici infrazioni accertate dalla Polizia municipale tra l’accattonaggio molesto e la violazione della legge sul commercio. E 11 multe per l’abbandono di rifiuti. Nessun verbale invece in relazione alla pratica dello sputo. Sono i primi risultati delle ordinanze sulla vivibilità e il decoro urbano, relative all’accattonaggio, alla sosta selvaggia e l’abbandono delle biciclette e alla civile convivenza, diventate operative tra il 19 agosto e il primo settembre. Un bilancio, illustrato dal comandante della Polizia municipale, Walter Milocchi, che ha altresì spiegato le modalità applicative dei provvedimenti, scaturito ieri in occasione di un’assemblea pubblica, tenutasi in municipio, di confronto con i residenti dei rioni. È stato comunque ribadito: non si tratta di una guerra ad oltranza, brandendo le multe come punizioni indiscriminate. La filosofia resta quella di educare e promuovere la crescita e la convivenza civile, che del rispetto delle regole ne fa lo spirito fondante.

Intanto i vigili urbani in borghese, hanno elevato 16 multe. Si tratta di 5 sanzioni in ordine all’accattonaggio molesto, delle quali una registrata in agosto, una a settembre e 3 in ottobre. Violazioni concentratesi nell’area del presidio ospedaliero e durante il mercato settimanale. Altri 9 verbali sono stati elevati nei confronti di persone dedite alla vendita abusiva e che, contestualmente, richiedevano l’obolo. Qui la violazione è rientrata nell’ambito della legge regionale sul commercio. Undici, invece, sono le multe legate all’abbandono dei rifiuti o al posizionamento di materiale indifferenziato: di queste 3 violazioni sono state registrate in agosto, 3 in settembre e 5 in ottobre.

Ma quella di ieri è stata un’assemblea informativa ed esplicativa a tutto campo. Il sindaco Gianfranco Pizzolitto ha spiegato i motivi e la filosofia dei provvedimenti: «Ci siamo resi conto che c’è anche un dato percepito tra i cittadini in fatto di sicurezza, di cui bisogna tenere conto. Siamo una città complessa, un polo industriale. Si pone pertanto da un lato una questione di sicurezza in termini oggettivi. Per questo è costante l’opera di sorveglianza delle forze dell’ordine e la collaborazione con la Prefettura e la Questura. Abbiamo altresì firmato il patto di legalità e, parallelamente, è stato siglato il patto di trasparenza». Il sindaco ha parlato quindi del disagio sociale legato alla crisi che ha consegnato nuove povertà. E della questione-integrazione, in una realtà dove l’immigrazione ha raggiunto oltre il 13%. Quindi la «sicurezza percepita» dal cittadino. Tre livelli nei confronti dei quali si continua a lavorare per garantire interventi strutturali e rassicurativi. L’assessore Luise, nel ripercorrere il lungo iter che ha portato all’emissione delle ordinanze, ha puntato sul concetto legato alla vivibilità urbana e all’aspetto educativo sotteso dai provvedimenti, considerati come occasione di «formazione finalizzata alla crescita sociale e civile». Compresa la sensibilizzazione nelle scuole. Un percorso graduale, monitorato trimestralmente, che intende approdare ad un ”libro verde” sulle regole del vivere civile. La logica è quella della opportuna flessibilità e del buonsenso, mantenendo determinazione dove la violazione è effettiva (un esempio su tutti: si perseguono gli abbandoni di biciclette in evidente degrado, chi crea danno ai beni pubblici o intralcio ai pedoni, non chi appoggia una bici al muro per andare a comperare il pane). Numerosi sono stati gli interventi. Sul tappeto i parcheggi delle biciclette al di fuori delle aree scolastiche o nei posti-auto, ma anche quanti in bicicletta percorrono contromano i sensi unici. E, ancora, a proposito di accattonaggio, è stata sollevata la questione del controllo sullo ”status” degli immigrati.

Messaggero Veneto, 20 ottobre 2009 

Posizionate altre 35 rastrelliere per le bici 

MONFALCONE. Era stata una promessa del Comunale, ora mantenuta. Prima di fare scattare con severità l’ordinanza comunale che regola uso e sosta delle biciclette e quindi la non tolleranza di abbandoni e della sosta-selvaggia delle due ruote, ma in particolare la non tolleranza per quanti (soprattutto giovanissimi) usano aree pedonali e marciapiedi come velodromi, sarebbero state collocate in città nuove rastrelliere, proprio per consentire una sosta più ordinata delle due ruote.

Da ieri, quindi, è iniziato il posizionamento di 35 nuove rastrelliere, 25 acquistate dalla Metalco (modello Ciclos) per un costo, Iva compresa, di 11.070 euro, e 10 dalle Smec (modello Blot) per il costo di 3.623 euro, e quindi per una spesa totale di 14.693 euro, spesa per cui il Comune ha ottenuto un contributo dalla Camera di commercio di Gorizia. Le nuove strutture per il posteggio della bici saranno collocate in via Duca d’Aosta (lato gelateria, dopo attraversamento pedonale) via Roma, via IX giugno, corso del Popolo (nelle vicinanze del teatro), in via Parini-Anconetta, via Randaccio-piazzale Stazione (qui saranno collocate 10 rastrelliere), via Toti, via Fontanot, via Moro-Marziale, via Mazzini-Galilei, via Carducci e nel cortile interno del comando dei Vigili urbani.

L’ordinanza, che è dedicata a “Interventi sulla vivibilità urbana. Tutela della qualità urbana e del decoro urbano” intende regolare l’uso della due ruote, il divieto di aggancio dei velocipedi a manufatti stradali e l’abbandono di biciclette in cattivo stato, prevedendo anche multe e rimozioni. Lo spirito dell’amministrazione comunale è quello di incentivare l’uso delle due ruote, ma in modo regolato, con uso appunto delle apposite rastrelliere.

Le multe sono di 25 euro per chi aggancia la bicicletta, con catene, lacci metallici, sistemi antifurto a qualsivoglia manufatto, pali o alberi, diverso comunque dalle apposite rastrelliere. Sono invece 50 gli euro per l’abbandono del mezzo, pur se parcheggiato regolarmente; una volta accertata da parte della Polizia municipale la permanenza nello stesso luogo per un periodo di almeno 10 giorni, la bici sarà rimossa e custodita per 3 mesi, oltre i quali sarà destinata alla demolizione, o se in buono stato alla donazione in beneficenza. Se il proprietario si presenterà per ritirarla, le spese per custodia e rimozione saranno a suo carico.

Il rigore nel posteggio delle bici riguarda anche la sosta che ostacola l’ingresso agli edifici pubblici, agli esercizi commerciali, alle abitazioni e alle rampe dei disabili. Le biciclette verranno portate via dove creeranno intralcio e comunque lungo i marciapiedi di ampiezza inferiore a 1,40 metri.

L’attenzione sarà concentrata in centro e nelle zone dove il fenomeno è più frequente. Rimane possibile, infatti, come prevede il Codice della strada, parcheggiare la bicicletta sulla carreggiata, in condizioni di sicurezza e si potrà sostare anche con il cavalletto nelle aree pedonali.

Messaggero Veneto, 21 ottobre 2009 

Illustrati i primi effetti delle ordinanze per la tutela di qualità urbana e decoro 

MONFALCONE. Cinque violazioni per accattonaggio molesto soprattutto nella zona dell’ospedale San Polo e in occasione del mercato settimanale, nove verbali per violazione della legge regionale sul commercio e undici verbali per abbandono di rifiuti in modo indifferenziato: è il bilancio dei primi mesi di applicazione delle ordinanze sulla tutela della qualità urbana e del decoro urbano, ordinanze relative all’accattanoggio, al divieto di sputo (per cui non sono state ancora rilevate infrazioni), alla regolamentazione della sosta e abbandono dei velocipedi, al divieto di abbandono dei rifiuti volute dal Comune di Monfalcone per andare incontro al bisogno di sicurezza espresso dai cittadini.

«Un bisogno che non corrisponde a quella che, fortunatamente, è effettivamente la realtà cittadina. Basti prendere a esempio un dato nazionale: i furti nelle case sono il 4% dei reati, ma l’attesa ovvero il timore dei cittadini è del 40%. Insomma ci si discosta molto tra dato reale e dato percepito. Ed è nell’ottica di rassicurazione del dato percepito e della prevenzione del degrado che l’amministrazione ha voluto intervenire», ha detto il sindaco Pizzolitto nel corso dell’incontro che ha avuto, assieme all’assessore alla sicurezza, Luise, e al comandante della Polizia municipale, Milocchi, con i rappresentanti dei rioni.

Il sindaco ha chiarito anche come se la questioni dell’ordine pubblico attengono alle forze dell’ordine, questura, prefettura, l’amministrazione debba rivolgere la sua attenzione alla sicurezza nel senso di disagio sociale e all’integrazione, concetto ripreso anche da Luise che ha sottolineato come l’obiettivo sia quello di arrivare «a una situazione di vivibilità ottimale per tutti e ridare dignità alla città. Le ordinanze hanno avuto un lungo periodo di gestazione, ma riteniamo che i risultati si possano avere solo nel lungo periodo visto che si tratta di maturare una diversa cultura civica. Tanto che stiamo lavorando anche con le scuole e i giovani per educarli al vivere civile. Il nostro lavoro per fare un salto di qualità deve avere aspetti pedagogici. Tenere pulita la città è un senso di rispetto che dobbiamo avere gli uni verso gli altri. Vorremmo arrivare a un libro delle regole da rispettare, scritto assieme ai cittadini: in una situazione complessa come quella di Monfalcone occorre pensare a percorsi condivisi, anche se è indubbio che si dovrà arrivare anche alla sanzione».

A fine anno è intenzione del Comune fare “report” sull’andamento delle ordinanze, per capire se occorrerà modificarle. «Un dato è certo – ha aggiunto –: l’ordinanza delle bici non punisce certo chi si ferma a prendere il pane e lascia la bici sul marciapiede posteggiata con cura. Si vogliono però colpire gli abbandoni reiterati e saranno rimosse le bici in stato di degrado. Circa la tolleranza zero di cui si è detto, dipenderà dal tipo di reato». (c.v.)

Il Piccolo, 23 ottobre 2009 

LA CURIOSITÀ UNA ”PROVOCAZIONE” MANDA IN CRISI L’ORDINANZA DEL COMUNE   

Ecco la bicicletta che tiene in scacco i vigili urbani  

È nuova e qualcuno l’ha lasciata in sosta sul cavalletto davanti al municipio. Nessuno si azzarda a rimuoverla

Un’originale provocazione o un’eclatante (e sorprendente) dimenticanza? Se lo sono chiesti in tanti negli utlimi due giorni, fissando con aria interrogativa la bicicletta verde e arancione, all’apparenza nuova di zecca, parcheggiata davanti al Municipio. Non a lato del palazzo, ma proprio al centro, davanti al primo scalino della mini-gradinata che conduce all’ingresso dell’edificio. Il mezzo a due ruote è rimasto lì, senza alcun lucchetto, per due giorni, superando indenne addirittura la notte, senza che nessuno lo sfiorasse o lo portasse via (in altre città italiane la sosta notturna e incustodita della bici forse non sarebbe durata più di mezz’ora…).

Evidente la sorpresa e la perplessità di molti dipendenti comunali e dei componenti della giunta, che da mercoledì mattina devono fare slalom tra una ruota e l’altra, dribblando la bici. Un mezzo che sta, paradossalmente, mettendo in crisi lo stesso Comune, che davanti all’insolita presenza, non sa bene come muoversi: «La spostiamo? Oppure la lasciamo lì dov’è? E se poi torna il proprietario? In fin dei conti, quella bici, di qualcuno deve pur essere…». Insomma, tra una discussione e quattro risate davanti allo strano (e anonimo) dono, le due ruote sono rimaste lì dov’erano già mercoledì mattina, in attesa che qualcuno – probabilmente i vigili urbani – arrivi e le tolga di mezzo.

Che l’accaduto sia frutto di una dimenticanza sembra decisamente inverosimile. «Io credo invece che si tratti di una provocazione», spiega un divertito Michele Luise, assessore alla Sicurezza, ”padre” del pacchetto di ordinanze sulla vivibilità della città, che include anche quella contro le bici ”selvagge”. «Immagino che qualcuno abbia voluto manifestare la propria contrarietà al provvedimento in un modo particolare. Accetto la provocazione senza problemi, proprio in virtù della sua originalità». Forse l’ideatore della protesta voleva solo vivere i suoi 15 minuti di celebrità. Ebbene, ci è riuscito». (el. col.)

Il Piccolo, 24 ottobreE 2009 

Intoccabile la bici che sfida l’ordinanza   

I vigili: «Non intralcia e quindi resta lì». Ma qualcuno l’ha appoggiata al muro

Le battute si sprecano. «Quella bicicletta l’hanno lasciata lì, davanti al municipio, aperta e alla portata di tutti, perchè quello è l’unico posto dove nessuno la ruberà mai. Con tutte quelle telecamere che ci sono in piazza…».

In effetti la bicicletta che qualcuno ha deciso di lasciare in bella mostra, posata sul cavalletto, proprio davanti alla loggia municipale per dimostrare l’inutilità e l’inefficacia dell’ordinanza del sindaco contro la sosta selvaggia delle due-ruote, è ancora lì. Anzi, non proprio. Qualcuno l’ha spostata di una decina di metri e appoggiata alla parete del Comune. Ma verrà rimossa? «Certamente no – spiega il comandante della Polizia muncipale Walter Milocchi – perchè in quella posizione la bicicletta in questione non è d’intralcio al passaggio delle persone, nè provoca rischi. Pertanto non è previsto che sia spostata».

Ora ci si chiede chi possa essere l’autore della provocazione, che tutti danno per scontata. I ”nemici” dell’ordinanza del sindaco contro l’abbandono delle bici certo non mancano. Alla fine di agosto si sono mobilitati a decine, proprio in piazza, per rivendicare una città più a misura di due-ruote e per contestare il ”giro di vite” dell’amministrazione.

C’erano anche lo scrittore Emilio Rigatti e il presidente dei Verdi provinciali Mauro Bussani. L’appuntamento era proprio davanti al Municipio. Esattamente dove, giovedì, è comparsa quella bicicletta colorata, in ottime condizioni e sul cavalletto. Ma i vigili non potrebbero ricorrere alle telecamere per individuarne il proprietario? No, perchè quella bici è in regola, non disturba nè è d’intralcio e quindi va lasciata al suo posto.

Intanto però il ”provocatore” è riuscito nel suo intento, mandando in crisi l’ordinanza di cui ha voluto dimostrare l’inefficacia. E dev’essersi divertito un sacco nel vedere, giovedì scorso, la sua bici circondata da curiosi, vigili e assessori che si consultavano sul cosa fare. Lasciarla lì? È contro le regole. Rimuoverla? Non ci sono gli estremi. Spostarla? Con che diritto. Alla fine, a qualcuno – ma non si sa a chi – è venuta l’idea di appoggiarla al muro del Municipio. Beffa riuscita, non c’è che dire.

Lo stesso, per certi versi, era accaduto subito dopo l’approvazione del pacchetto anti-accattoni, quando un giovane, seduto sul marciapiede in via Duca d’Aosta, fu lasciato tranquillamente al suo posto dai vigili urbani. «Non disturba i passanti – avevano detto i vigili – e quindi non può essere sanzionato».

Il Comune, comunque, va avanti per la sua strada. In questi giorni la città è stata costellata di rastrelliere per le bici allo scopo di evitare la sosta selvaggia. Tutte vuote. Mentre gli alberi e i pali del viale ne sono pieni. (f.m.)

Il Piccolo, 25 ottobre 2009 

CONTINUA LA PROVOCAZIONE ANTI-ORDINANZA   

La bici delle beffe spostata nella rastrelliera  

Ci ha pensato il consigliere Udc Giorgio Pacor, risolvendo il problema ai vigili urbani

Alla fine ci ha persato il consigliere dell’Udc Giorgio Pacor a prendere la ”bicicletta delle beffe”, appoggiata al muro del Municipio, e a spostarla in una delle nuove rastrelliere della piazza. Pacor ha così tolto d’impiccio vigili urbani e assessori, tenuti in scacco da quattro giorni, dalla bicicletta che qualche oppositore dell’ordinanza del sindaco contro la sosta selvaggia delle due-ruote aveva lasciato parcheggiata sul cavalletto davanti alla loggia. Già, perchè quella bici, a detta dei vigili, non può essere rimossa in quanto non costituisce intralcio. Alla fine, Pacor ha preso la bici e l’ha sistemata sulla rastrelliera. Lì può stare, è regolare. A meno che non si deteriori al punto di diventare un pugno nell’occhio. E allora potrebbe essere rimossa. La beffa insomma, ha fatto centro. Lo stesso assessore alla Sicurezza Michele Luise lo ha detto: «Mi stanno provocando. Qualcuno vuole manifestare contro la mia ordinanza anti-bici ”selvagge”». Ora, a distanza di tre giorni, sembra proprio che l’assessore ci avesse visto giusto. Il comandante dei vigili urbani Walter Milocchi aveva messo le cose in chiaro: quella bici non s’ha da toccare.

E allora lo ha fatto Pacor. Mettendo la bici non in un posto a caso, ma nelle appostite rastrelliere. Un po’ d’ordine insomma. (el.col.)

Il Piccolo, 01 novembre 2009 
 
NELLA ZONA DELLA FERROVIA  
Partiti i ”raid” dei vigili urbani contro le biciclette selvagge
 
 
Vigili in azione. Obiettivo: dare la caccia alle bici ”selvagge”. La squadra di vigili urbani che alcuni giorni fa si è presentata nel piazzale antistante la stazione ferroviaria non è di certo passata inosservata. Lo raccontano alcune persone che hanno assistito al ”raid”, filmato dagli stessi uomini della Municipale, che hanno voluto registrare l’azione, probabilmente per evitare eventuali contestazioni.
Oggetto dell’intervento, come si diceva, alcune bici parcheggiate in maniera irregolare sul marciapiede, che intralciavano il passaggio. Bici ”selvagge”, appunto. In virtù dell’apposita ordinanza firmata dall’assessore alla Sicurezza Michele Luise, i vigili si sono presentati, muniti di tronchese, davanti alla stazione e sono intervenuti per rimuovere due bici.
«Hanno tagliato i lucchetti e poi portato via i mezzi – racconta Giovanni, titolare del Bistrò, il locale che si affaccia alla stazione -. E hanno filmato tutto, per documentare che la bici era stata lasciata fuori dalle apposite rastrelliere. È da qualche settimana, da quando sono state posizionate le nuove rastrelliere, che spesso i vigili passano a controllare». Insomma, da quando il Comune ha varato il pacchetto sicurezza, per i ciclisti indisciplinati non c’è più pace. Se si posteggia in ”divieto di sosta” si rischia di dire addio alle due ruote.
Che la Municipale avrebbe usato la mano pesante, dopo l’entrata in vigore dell’ordinanza, si sapeva. Certo è, però, che la gente avrà bisogno di un bel po’ di tempo per abituarsi alle nuove regole. Bastava dare un’occhiata ieri mattina: al posto delle due bici sequestrate ce n’erano altre due, parcheggiate sul marciapiede e legate a un albero…
«Che le bici fossero fuori dalle rastrelliere è innegabile – spiega ancora il titolare del Bistrò – ma c’è anche da dire che, al di là dei mezzi a due ruote, ci sono altri problemi, più rognosi, per chi deve camminare in questa zona. Ad esempio le buche: è da tempo immemorabile che non vengono sistemati i marciapiedi. A volte, soprattutto quando è buio, si rischia di inciampare. C’è un ragazzo disabile che vive qui vicino. Proprio alcuni giorni fa è caduto con la carrozzina a causa della cattiva manutenzione delle strade». Come a dire che mettere un po’ d’ordine nel caotico universo a due ruote va bene, ma per permettere ai cittadini di camminare meglio e senza intoppi bisogna anche sistemare strade e marciapiedi. (el.col.)

Il Piccolo, 07 dicembre 2009
 
DECORO. LARGAMENTE DISATTESO IL DIVIETO 
Bici legate ai pali e rastrelliere semivuote

L’ordinanza relativa agli interventi sulla vivibilità, a tutela della qualità e del decoro urbano lo vieta espressamente stabilendo che non è consentito agganciare con sistemi di ritenuta (catene, corde, lacci metallici o meno, sistemi antifurto meccanici e altri sistemi) velocipedi o ciclomotori ai manufatti stradali o a qualsiasi altro supporto diverso dalle rastrelliere. Con ciò è prevista una multa oscillante tra i 25 e i 150 euro.
Eppure di biciclette assicurate a pali e alberi in centro non mancano. In viale San Marco, in particolare, dove i mezzi, pur non determinando ostacolo al passaggio pedonale, sono distribuiti un po’ ovunque. Anche concentrati a ”grappolo”, con il primo mezzo incatenato al palo e gli altri assicurati ”a catena” tra loro con i lucchetti.
Dueruote legate ai manufatti sono state indicate, dagli stessi residenti, in via Bixio, una delle quali di evidente intralcio, distesa sul marciapiede, come ha denunciato un cittadino che, ha spiegato, ha provveduto a segnalare la circostanza alla Polizia municipale. «La situazione – ha osservato il residente di via Bixio – è sempre quella: ci sono tre biciclette incatenate ai pali, una delle quali a terra, tanto da intralciare il passaggio pedonale. Ho segnalato più volte il problema, oltre al fatto che, spesso, i ciclisti percorrono contromano i marciapiedi».
Un paio di biciclette sostano irregolarmente anche in via Carducci.
Il tutto, pur a fronte delle nuove rastrelliere installate. Ieri la disponibilità di posti era buona, in via Sant’Ambrogio in particolare ce n’erano in abbondanza. Certo, i proprietari delle biciclette potrebbero averle legate nel momento in cui non hanno trovato un posto utile nell’apposito manufatto. Ma resta il fatto che il sistema dell’aggancio sembra ancora appartenere all’abitudine di alcuni cittadini.
L’ordinanza indica comunque quali interventi prioritari quelli legati alle biciclette in degrado, abbandonate per almeno dieci giorni nello stesso posto, a pregiudizio del decoro urbano. Per queste circostanze, è prevista la rimozione dei mezzi. Prioritario è anche l’intervento quando il velocipede occlude o intralcia evidentemente il passaggio pedonale o l’ingresso di edifici pubblici, esercizi commerciali e pubblici, abitazioni oppure rampe per disabili.

Il Piccolo, 13 gennaio 2010
 
IL COMUNE INTENDE RILANCIARE IL SERVIZIO AVVIATO QUASI CINQUE ANNI FA  
Bici a noleggio con badge e mini-tariffa  
L’obiettivo è di mettere a disposizione dei cittadini anche ”due ruote” elettriche
 
 
Il Comune prende atto del parziale flop delle ”biciclette pubbliche”, il cui servizio è stato inaugurato quasi cinque anni fa, ma si guarda bene dal rinunciare a un servizio che intende invece rilanciare, cambiando zona d’impiego, migliorando la manutenzione dei mezzi e rivedendo il sistema di noleggio che dovrebbe diventare meno farraginoso di quello attuale, prevedendo magari una mini-tariffa. Con un’ulteriore obiettivo: quello di mettere a disposizione dei cittadini anche delle biciclette elettriche. «È una possibilità che stiamo valutando con attenzione – afferma l’assessore Massimo Schiavo – ma per la quale ci sono delle questioni tecniche non facili da risolvere».
L’amministrazione, dunque, non vuole cancellare un servizio che ha lanciato per prima in regione e che ora stanno attuando anche altre città, come Udine, Gorizia e Grado. «In effetti il servizio non ha dato i risultati sperati nella prima fase – specifica l’assessore Schiavo -. Ma i motivi ci sono. Noi speravamo di poter favorire un’intermodalità auto-bici, sistemando uno dei due parcheggi delle ”due ruote” nell’area ex Gaslini. In effetti pochissimi ne hanno approfittato. Probabilmente perchè Monfalcone non ha dimensioni tali da favorire una richiesta in tal senso. Meglio, invece, è andato il servizio in centro, con il parcheggio accanto al Duomo di Sant’Ambrogio». Insomma, se molti monfalconesi hanno utilizzato le ”bici pubbliche” nel centro cittadino magari per fare la spesa o sfruttare le piste ciclabili per raggiungere la periferia, meno lo hanno fatto per recarsi in centro dopo aver lasciato la macchina in un parcheggio decentrato. «È per questa ragione – continua Schiavo – che il servizio va ripensato soprattutto nella prima delle due versioni». Il Comune intende però anche evitare il deterioramento delle biciclette, lasciate spesso in balìa di vandali e dell’incuria, molte delle quali sono ormai quasi inutilizzabili. «Le bici vanno ricoperte e custodite d’inverno – afferma Schiavo -, altrimenti ne risentono. E in primavera va fatta un’attenta manutenzione. Non possiamo permetterci di affittare ai cittadini dei catorci». Ma è soprattutto il sistema di prenotazione a dover essere rivisto, sulla linea di quanto sta avvenendo a Udine. «Attualmente il noleggio è gratuito ma alquanto farraginoso – continua Schiavo -. L’utente deve munirsi di una chiavetta, deve riempire dei moduli. L’idea è di utilizzare dei badge con un costo minimo che consentano un utilizzo più snello delle biciclette».
Insomma, il Comune vuole rilanciare un servizio per il quale ha fatto da apripista in regione alla luce della fitta rete di piste ciclabili esistente e delle tante persone che ancora, però, preferiscono utilizzare l’automobile con le conseguenze evidenti sul piano del traffico e dell’inquinamento.
«La nostra speranza – conclude Schiavo – è di riuscire a mettere a disposizione dei cittadini anche delle biciclette elettriche, sempre più diffuse anche da noi. Ci sono però dei problemi da risolvere legati ai costi e alla ricarica delle batterie. Speriamo di centrare, comunque, anche questo obiettivo». (f.m.)