Comunicato stampa 30 settembre 2008

Il trasformismo della politica

Credevo che in democrazia le elezioni servissero a determinare una classe politica per amministrare un territorio in base ad alcune linee guida nelle quali l’elettore stesso dovrebbe riconoscersi.
Leggendo la nuova normativa emanata dalla giunta alla guida di Monfalcone mi accorgo che evidentemente
la mia visione è totalmente demodè tanto che, pur eletta come centro sinistra, la sua iniziativa fa a gara con la destra più becera – quella delle giunte Tosi, Zanonato e Moratti per capirci – nella formulazione di atti tutti tesi a rinverdire i fasti di epoca fascista.
A questo punto è semplice concepire anche la soluzione al “dramma” dell’abbandono dell’assessore Montagnani: venga dato il posto a Razzini, tanto convergente è la visione di come dovrebbe rigare dritta la città.
L’elettore, credo spaesato dalla totale indistinzione delle parti, dovrà stare attento a come si comporta.
Non potrà sputare perchè non ci sono fondi disponibili per le sputacchiere e attenzione a sedersi composto
sulle panchine pubbliche come ai tempi delle elementari. Non saranno permessi atteggiamenti scomposti e neanche il giorno del martedì grasso si potrà cantare “viva la rocca”.
Non sarà più permesso sedersi sui gradini del municipio e nemmeno fermarsi a chiacchierare in gruppo perchè si commetterà reato di assembramento; ma è previsto per il futuro di cambiarlo in adunata sediziosa.
Men che meno ci si potrà sedere in salita Granatieri: offuscherebbe la visuale dell’opera d’arte a forma di
elica ivi installata.
Si dovrà fare gran attenzione a non infrangere la legge perchè le norme verranno fatte rispettare dai vigili
urbani a suon di manganelli dei quali saranno forniti.
Sfuggiva il perchè il comune si fosse blindato dentro l’edificio di piazza della Repubblica con tanto di
campanello e telecamere, ora è chiaro: Pizzollito si autoproclama sceriffo e assieme ai suoi scagnozzi trasforma quello che dovrebbe essere il luogo del “comune”, del “pubblico” in un fortino inaccessibile mettendo a sua difesa un esercito di dissuasione armato, tutto pagato dal contribuente.
Tutti i provvedimenti sono presi per permettere ai poteri forti del territorio di continuare con i loro profitti economici e culturali a discapito, ovviamente, della parte più debole della cittadinanza.
E finalmente viene messo nero su bianco quale è l’idea di questa giunta sul problema della casa: vigili e manganelli contro le occupazioni abusive, controlli contro il sovraffollamento delle unità abitative, specialmente dove risiedono lavoratori del subappalto e stranieri costretti a contratti da estorsione da quando il governo ha decretato la possibilità di affitti non più lunghi della durata del permesso di soggiorno. Per il resto nulla cambia.
Ma, per esempio, imporre una percentuale di contratti a canone agevolato alle lobby proprietarie di più di
10 appartamenti?
L’unica speranza ormai è che questa giunta si sfaldi e cada quanto prima, se non altro per una questione di
riduzione del danno.

Messaggero Veneto, 01 ottobre 2008 
 
Nuova delibera di giunta per accedere ai finanziamenti regionali che sosterranno il progetto per la città  
Sicurezza da 800 mila euro  
I fondi serviranno per telecamere e mezzi per i vigili urbani 
MONFALCONE 
Domani il piano al vaglio del Comitato provinciale
 
 
MONFALCONE. Dopo aver approvato la delibera sulla sicurezza con le linee di azione da concretizzare in città, la giunta comunale di Monfalcone ha approvato anche la delibera (simile per contenuti) che sarà inviata in Regione per chiedere un finanziamento di 800 mila euro per dare seguito ai progetti sulla sicurezza, dalle nuove telecamere alla dotazione tecnologica dei vigili urbani, con nuovi gps e mezzi, ma anche (se fossero autorizzati dalla Prefettura) mezzi di autodifesa.
Quello che può essere indicato come il progetto sicurezza di Monfalcone, che rivolge particolare attenzione a decoro urbano e senso civico, sarà sottoposto domani al Comitato provinciale per la sicurezza e poi sarà illustrato alle forze di maggioranza, presentazione a cui seguirà quella pubblica a tutti i cittadini, che saranno così messi al corrente di quanto intende fare l’amministrazione comunale per accrescere sia la percezione di sicurezza sia il livello di sicurezza vera e propria.
Critico sulle scelte dell’amministrazione monfalconese il presidente provinciale dei Verdi, Mauro Bussani, che afferma come la giunta monfalconese, «pur eletta come centro-sinistra, fa a gara con la destra più becera nella formulazione di atti tutti tesi a rinverdire i fasti dell’epoca fascista. L’elettore, credo spaesato dalla totale indistinzione delle parti, dovrà stare attento a come si comporta: non potrà sputare perché non ci sono fondi disponibili per le sputacchiere e attenzione a sedersi composto sulle panchine pubbliche come ai tempi delle elementari. Non saranno permessi atteggiamenti scomposti e neanche il giorno del martedì grasso si potrà cantare “viva la rocca”. Non sarà più permesso sedersi sui gradini del municipio né fermarsi a chiacchierare in gruppo perché si commetterà reato di assembramento».
Bussani prosegue affermando che si dovrà fare attenzione a non infrangere la legge «perché le norme saranno fatte rispettare dai vigili urbani a suon di manganelli dei quali saranno forniti». A fronte della presenza di campanello per l’ingresso e telecamere sul palazzo municipale, Bussani afferma che «il sindaco Pizzolitto si autoproclama sceriffo e assieme ai suoi scagnozzi trasforma quello che dovrebbe essere il luogo del Comune, del pubblico, in un fortino inaccessibile, mettendo a sua difesa un esercito di dissuasione armato, tutto pagato dal contribuente».
Ora, con la delibera di giunta, secondo l’esponente dei Verdi, viene messo nero su bianco «qual è l’idea di questa giunta sul problema della casa: vigili e manganelli contro le occupazioni abusive, controlli contro il sovraffollamento delle unità abitative, specialmente dove risiedono lavoratori del subappalto e stranieri costretti a contratti da estorsione da quando il governo ha decretato la possibilità di affitti non più lunghi della durata del permesso di soggiorno. Per il resto nulla cambia».
Suggerisce invece che si potrebbe imporre una percentuale di contratti a canone agevolato alle lobby proprietarie di più di 10 appartamenti. «L’unica speranza – conclude – è che questa giunta si sfaldi e cada quanto prima, se non altro per una questione di riduzione del danno». (cr.vi.)

Il Piccolo, 01 ottobre 2008 
 
FONDI MESSI A DISPOSIZIONE DALLA REGIONE  
Progetto comunale da 800 mila euro per garantire la sicurezza in città  
L’assessore Morsolin (Rc) non vota la delibera: «Le telecamere non bastano»  
Previsto un incontro con il prefetto di Gorizia sulle dotazioni alla Polizia municipale previste dal piano predisposto dalla giunta
 
 
E’ un progetto da 800mila euro quello che l’amministrazione comunale di Monfalcone ha presentato alla Regione per mettere in campo nuove azioni nell’ambito della sicurezza e della convivenza civile. L’ente locale ha quindi chiesto il massimo dei fondi che potranno essere concessi al singolo Comune da parte della giunta Tondo. Il progetto è stato approvato dalla giunta Pizzolitto nella riunione di lunedì pomeriggio in modo tale da essere inviato entro ieri, termine ultimo concesso per la presentazione, alla Regione. Il piano, che fa seguito alla delibera di indirizzo varata dall’amministrazione comunale il 15 settembre, comprende quindi l’ulteriore estensione della rete di videosorveglianza con l’installazione di nuove dieci telecamere, che saliranno in futuro quindi a un totale di 42. Il progetto, come spiega l’assessore alla Sicurezza, Michele Luise, non comprende però solo l’installazione di nuove telecamere, ma anche dell’esigenza di dotare il corpo della polizia municipale di nuovi mezzi e dotazioni tecnologiche. «La Regione del resto ha dato la possibilità ai Comuni di riformulare i loro progetti, non limitandoli alla sola videosorveglianza», aggiunge Luise. Nell’atto di indirizzo in materia di sicurezza già approvato, la giunta ha previsto la sostituzione di veicoli, l’acquisto di palmari, dotati poi di sistemi di ripresa wi-fi, ma anche quello di strumenti di autodifesa degli operatori della polizia municipale. Un tema questo che sarà però sottoposto a una verifica con il prefetto Maria Augusta Marrosu, al quale dovranno poi essere inviate preventivamente tutte le ordinanze sul vivere civile che il sindaco Gianfranco Pizzolitto sta predisponendo. Sarà comunque effettuata una verifica rispetto i vincoli di bilancio esistenti sulla possibilità di andare all’assunzione di uno o due nuovi operatori in modo da poter estendere ai rioni di via Romana e di largo Isonzo il servizio di vigile di quartiere già avviato a Panzano e ad Aris. Il Comune vuole inoltre investire nella formazione periodica del personale in materia di tecniche operative e di difesa personale. «Il progetto ha ottenuto il via libera giovedì scorso del Comitato provinciale per l’ordine pubblico – afferma Luise – e domani sarà presentato al Pd». Solo dopo l’illustrazione alle forze di maggioranza, il sindaco Pizzolitto e l’assessore Luise renderanno pubblico il progetto, che, comunque, lunedì pomeriggio non è stato approvato dall’assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin, di Rifondazione comunista. «La mia astensione nasce dalla linea adottata dalla Regione – spiega l’assessore Morsolin -, che ha stanziato gran parte dei fondi solo per le telecamere, quando il miglioramento delle condizioni di sicurezza passa da altri strumenti, come l’aumento dell’illuminazione stradale e delle dotazioni a supporto del lavoro della polizia municipale. Il progetto elaborato dall’amministrazione locale tiene conto anche di questi altri elementi e per questo mi sono astenuta. Se poi il centrodestra si lamenta del fatto che a Monfalcone vengono installate troppe telecamere, se la prenda con la giunta regionale antecedente a quella Illy che ha stanziato i primi fondi». L’assessore alle Politiche sociali si rammarica invece per la cancellazione della legge regionale sull’immigrazione che aveva consentito a Monfalcone di recuperare fondi e realizzare utili progetti sul fronte dell’integrazione. Di fatto, comunque, la maggioranza di centrosinistra deve fare i conti non solo con le polemiche interne al Pd, ma anche con la presa di distanza di Rifondazione.
Laura Blasich 
 
I PARERI DEI CITTADINI  
«Giusto multare i maleducati»  
Promosso il piano che l’amministrazione intende varare quanto prima
 
  
I cittadini promuovono quasi all’unanimità il nuovo piano sicurezza prospettato dall’amministrazione comunale. L’aumento dei vigili sul territorio, ordinanze per bloccare maleducazione e cattive abitudini per salvaguardare il decoro urbano sono le principali novità che entreranno in vigore quanto prima, seguendo anche i decreti varati quest’anno dal governo Berlusconi. Una decisione presa per incrementare nei cittadini la percezione di sicurezza e di legalità, nonché per evitare che si crei intolleranza verso determinate situazioni di malcostume. Allo studio ci sono precise ordinanze che vieteranno di sputare per terra, di appoggiare i piedi sulle panchine, di formare assembramenti in alcune zone del centro, fra cui le scalinate del Comune e della salita Granatieri. Chi non si atterrà a queste nuove norme, volte a tutelare il decoro della città, verrà sanzionato. Per assicurare un continuo controllo del territorio verrà incrementato il numero di vigili e la dotazione di autodifesa a loro disposizione. I cittadini hanno accolto con entusiasmo queste promesse dell’amministrazione comunale, stanchi di assistere quotidianamente a scene di maleducazione, di uso improprio del suolo pubblico, di imbrattamento della città, di abbandono selvaggio dei rifiuti e di episodi di accattonaggio, a volte anche molesto. Si appellano al senso civico e all’educazione, perché ci sono regole precise per vivere in modo civile, a cui tutti devono attenersi. «Sono decisamente d’accordo. Ci sono zone, soprattutto in centro, dove non si riesce neanche a passare per la quantità di gente presente», afferma Pierpaolo Perazzi Boato. «Monfalcone non è più quella di una volta – spiega Margherita Pieri – ed è giusto che si prendano provvedimenti seri. Di sera la città è off limits e per noi è un disagio perché non possiamo uscire a fare due passi in tranquillità». Le fa eco Anna Alba: «Come si fa a sputare per terra, ad abbandonare i rifiuti? Ci vuole un po’ di civiltà, ma se esistono persone che non seguono le regole, è giusto che vengano punite». «Dovevano prendere questi provvedimenti già tempo fa, comunque meglio tardi che mai. Sono certo che contribuiranno ad aumentare il senso di sicurezza nelle persone», afferma Massimo Soranzo. «Dovrebbero prevedere delle multe anche per chi non butta i mozziconi di sigaretta negli appositi posacenere, perché non è piacevole vedere i cumuli per terra. Tutti devono comportarsi in modo decoroso, perciò spero che queste norme disincentivino le cattive abitudini di certe persone», spiegano Renzo Pillon e Lina Pessot. Più perplessa è Romana Schaupp: «E’ ovvio che ci vuole educazione e senso civico, però spero che i giovani possano continuare a vivere in pace e non diventino bersaglio di questi provvedimenti». Infine Alessia Campisi sostiene: «Secondo me ci sono problemi più gravi e importanti da risolvere, prima di pensare a quelli che sputano per terra o che poggiano i piedi sulle panchine. Non tutti hanno la stessa educazione».
Rossella de Candia 
 
IL FORZISTA PACOR  
«Il degrado è colpa del centrosinistra»
 
 
LA POLEMICA
Il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha colto nel segno, quando afferma che il vero problema di Monfalcone è quello di aver perso la sua anima e di doverla ritrovare facendo appello alle sue radici più antiche. Lo sostiene il consigliere comunale e provinciale di Forza Italia, Giorgio Pacor, secondo cui però ci si dovrebbe porre però una domanda: «Chi ha governato negli ultimi 15 anni Monfalcone?». «Chi ha fatto perdere l’anima e l’identità», risponde lo stesso Pacor, che ricorda come il partito che ha espresso il sindaco Pizzolitto, il consigliere regionale e poi presidente della Provincia Gherghetta, l’assessore all’Urbanistica e quello ai Lavori pubblici sia sempre quello, cioé i Ds ora Pd.
«Il punto vero però è che non bastano più le analisi – aggiunge Pacor -, perché il degrado sociale che tiene lontani i monfalconesi dal proprio centro, fa spegnere le luci delle nostre vetrine per un commercio in crisi, ha reso desolato il vivere civile cittadino richiede bel altra capacità di governo della città, a partire proprio dai temi della sicurezza e della vivibilità». Pacor ritiene però che con le sue ultime decisioni il Comune abbia «raggiunto il ridicolo». «Avremo i vigili urbani che correranno dietro agli stranieri – chiede il consigliere di Fi – per multarli se si siedono in maniera scomposta sulle panchine o se sputano a terra? E’ questo il ruolo dei nostri vigili e sono questi i problemi del disagio sociale di un territorio che avendo conosciuto l’arrivo di migliaia e migliaia di lavoratori necessari ai nostri cantieri non è stato capace di alcun intervento programmatorio?». Pacor si riferisce anche all’Ater, che «sembra incapace di proporre soluzioni tali da evitare che centinaia di famiglie siano sfruttate con affitti insostenibili».
La città, quindi, «ha perso l’identità e l’anima, perché, come nell’alienazione urbana del romanzo di Orwell, si pensa alle telecamere e non alle persone e si criminalizzano i comportamenti, invece di promuovere l’educazione civile». «Si ha l’impressione di una classe politica allo sbando – conclude Pacor -, dove Gherghetta tuona contro le ronde e in contemporanea il consigliere Pd Del Bello le promuove e il sindaco fa il decreto contro la solidarietà umana. E’ tempo di tornare alla politica e più ancora al comune buon senso».

Il Piccolo, 02 ottobre 2008 
 
RIFONDAZIONE NON VUOLE I VIGILI ARMATI  
Piano-sicurezza contestato a sinistra Il sindaco va avanti: «La gente è con me»
 
 
Il sindaco Gianfranco Pizzolitto è convinto del «progetto sicurezza» elaborato dalla sua amministrazione e sottoposto all’attenzione della Regione per tentare di ottenere gli 800mila euro necessari a realizzarlo. «La gente è con me», dice convinto il primo cittadino, senza in sostanza aggiungere altro. E, soprattutto, senza entrare in polemica con quelle fette del centrosinistra, ma anche del suo partito, il Pd, che non hanno nascosto perplessità sull’insieme di provvedimenti previsti dalla giunta, nemmeno troppo velatamente accusata «di essere alla rincorsa del centrodestra». Mentre ieri Sinistra critica parlava «di delirio securitario». Il sindaco Pizzolitto da parte sua si sta preparando a illustrare pubblicamente il progetto, che comprende non solo l’estensione della rete di videosorveglianza, ma anche il potenziamento del ruolo di controllo del territorio dei vigili urbani e il varo di regole più precise sul fronte dei comportamenti da tenere in luoghi pubblici. Un conto è amministrare una città sempre più complessa e sottoposta a spinte contrastanti, un altro, lascia intendere, l’ideologia.
Il sindaco quindi va avanti, convinto che le frizioni e le perplessità sorte pure all’interno della maggioranza e che coinvolgono soprattutto l’ala sinistra della coalizione, ma anche l’anima cattolica (il segretario Pd Paola Benes) del partito, siano alla fine superabili in nome di una maggiore aderenza alle esigenze dei cittadini. Il segretario cittadino di Rifondazione comunista, Emiliano Zotti, sottolinea, però, come l’assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin, rappresentante del partito in giunta, abbia fatto bene ad astenersi sul ”progetto sicurezza” inviato alla Regione. «Ha fatto bene ad astenersi su un documento che presenta luci, ma anche ombre», afferma Zotti, che non nasconde come la preoccupazione di Rc riguardi non tanto i contenuti del progetto, quanto la sua applicazione pratica.
«Se si tratta di armare i vigili urbani non siamo d’accordo, mentre si può discutere sulla dotazione di strumenti – spiega – che possano consentire alla polizia municipale di operare in maggiore tranquillità». Rifondazione, quindi, «vuole capire nel dettaglio di cosa si sta parlando», decisa in ogni caso a portare avanti le proprie proposte e una linea che punta soprattutto sul miglioramento delle condizioni di vita e sull’integrazione degli stranieri.
«In ogni caso sulla questione delle telecamere – osserva Zotti – stiamo subendo l’assoluta schizofrenia del centrodestra che come Regione stanzia fondi per installarle, mentre a livello locale obietta che ce ne sono già troppe». Il segretario di Rifondazione se la prende comunque anche con il consigliere di Forza Italia Giorgio Pacor. «Tutti hanno il dovere di affrontare i problemi della città – dice Zotti -, ma senza escludere un minimo di autocritica, perché l’assetto di zone come quella di via 25 Aprile, dove si stanno concentrando gli immigrati e una serie di problemi, non è figlio di questi ultimi 15 anni».
La capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, Barbara Zilli, da parte sua sottolinea come «a Monfalcone non c’è emergenza sulla sicurezza», perché da un lato si sta lavorando, grazie alle forze dell’ordine, sulla prevenzione dei reati e dall’altro sulla sicurezza sociale».
Laura Blasich 
 
CAPOGRUPPO PD  
Barbara Zilli chiede le microaree sociali  
«È uno strumento che consente interventi mirati»
 
 
La sicurezza a Monfalcone è quindi soprattutto una questione di «percepito», ma anche, osserva Barbara Zilli, un problema di diffidenza verso popolazioni che non si conoscono e fanno fatica a integrarsi. La capogruppo del Pd concorda però con la linea della giunta: chi non rispetta le regole del vivere civile deve essere sanzionato. Barbara Zilli concorda però anche con la volontà dell’amministrazione di continuare a investire nella sicurezza sociale, «contro il degrado frutto della povertà, il mancato rispetto delle regole di convivenza, la mancata integrazione».
La capogruppo del Pd e presidente della commissione consiliare per la Tutela della salute rilancia quindi l’idea della «microarea» per la salute e la sicurezza sociale, già discussa in commissione lo scorso anno e applicata in modo diffuso nella provincia di Trieste. La microarea, come ricorda Barbara Zilli, è un’area di 3mila abitanti al massimo, dove viene aperta una sede nella quale agisce un operatore sociale, che può essere messo a disposizione anche attraverso il servizio civile. Al progetto aderiscono di solito Azienda sanitaria, Ater e altre istituzioni, come Comune e Provincia, il volontariato, ma anche singoli cittadini se lo vogliono. «La microarea, insomma, è uno strumento di welfare partecipativo – sottolinea l’esponente del Pd – che parte dal presupposto che solo in un’area piccola si possono veramente analizzare i bisogni sociali che vanno dalla salute al contrasto della povertà e della solitudine, alle necessità di alloggio, alla mancanza di integrazione. Questo è il tipo di strumento di cui la città di Monfalcone ha bisogno». Non a caso lo scorso anno la commissione aveva individuato come possibile zona di creazione della microarea quella del centro. (la.bl.) 
 
Messaggero Veneto, 02 ottobre 2008 
 
Zilli (Pd) su salute e sicurezza sociale: istituire micro-aree aperte ai volontari 
MONFALCONE
 
 
MONFALCONE. Mentre il Comune sta lavorando per riuscire a ottenere il finanziamento regionale che le consentirà di concretizzare le misure prevista dalla delibera sulla sicurezza, approvata dalla giunta lo scorso 15 settembre, il capogruppo consiliare del Pd, Barbara Zilli rispolvera l’idea portata in commissione un anno e mezzo fa di istituire a Monfalcone micro-aree, strumento per garantire salute e sicurezza sociale e in cui possono operare anche dei cittadini volontari.
“A Monfalcone non c’è un emergenza sicurezza. Questo deve essere chiaro. A Monfalcone – dice Zilli – si sta lavorando sulla prevenzione dei reati da una parte (e le forze dell’ordine stanno lavorando bene, tanto che la microcriminalità si mantiene a livelli bassi) e sulla sicurezza sociale, dall’altro. Il problema della sicurezza pubblica è un problema di percepito: la città alle nove di sera è pressoché deserta, poche perosne in giro sulla strada, pochi nei bar. Le persone si sentono insicure ad attraversare a piedi le strade di Monfalcone perchè, appunto, sono sole in strada”.
Secondo Zilli quindi il problema è soprattutto questione di diffidenza verso popolazioni e/o usi e abitudini che non si conoscono e che fanno fatica a integrarsi, “usi e costumi diversi che non significano mancato rispetto del vivere civile e delle regole igienico–sanitarie”.
Il mancato rispetto del vivere civile deve essere sanzionato e il Comune ha investito risorse in questo senso, così come è opportuno investire risorse nella prevenzione dei reati:visto infatti che non può essere controllato ogni millimetro quadrato del territorio comunale occorre dotarsi di sistemi congiunti di telecamere e forze dell’ordine.
“Ma è opportunto sopratutto investire nella sicurezza sociale contro il degrado frutto della povertà, contro il mancato rispetto delle regole di convivenza e la mancata integrazione. Rilancio quindi l’idea della microarea per la salute e la sicurezza sociale già discussa in commissione l’anno scorso e applicata in forma diffusa nella Provincia di Trieste” sollecita Zilli, spiegando che la microarea è un’area precostituita di massimo 3.000 abitanti, con una sede – una stanza che può essere messa a disposizione da qualsiasi ente o istituzione – nella quale agisce un operatore sociale, che può essere anche il servizio civile. Vi fanno parte Azienda Sanitaria, Ater e altre istituzioni, come Comune e Provincia, che intendono partecipare, ma anche singoli cittadini su base volontaria.