Il Piccolo, 15 maggio 2010
 
STORTURE NELLA GESTIONE DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI 
Cassa integrazione, c’è chi ne approfitta 
Tecnici risultano in Cig ma sono al lavoro per 8 o più ore in alcune ditte del subappalto

di FABIO MALACREA

Millesettecento lavoratori in cassa integrazione nell’Isontino. Solo nell’ultimo trimestre del 2009 la ”cassa” ha colpito per il 30% in più rispetto a tutto l’anno precedente. Al momento attuale solo i cantierini in Cigo sono circa 170 e arriveranno a 450. La crisi però sta interessando sempre più anche le ditte dell’indotto con scarichi di lavoro e ”cassa” che coinvolgono decine di operai e tecnici del premontaggio e delle salderie. L’effetto è catastrofico per migliaia di famiglie, costrette a vivere con ”buste” di 700 euro al mese con cui pagare il mutuo della casa o l’affitto, far studiare i figli e… sopravvivere.
Eppure c’è anche chi riesce a guadagnarci, sfruttando proprio la ”cassa” per scaricare le spese sullo Stato e far lavorare comunque il personale a pieno regime. Un fenomeno recente che interesserebbe piccole ditte impegnate nell’orbita della Fincantieri, ma non solo. Tanto sommerso da essere per ora sfuggito ai controlli dell’Inps e della stessa azienda navalmeccanica. Anche se, da ”voci” raccolte all’interno degli ambienti sindacali, qualche segnalazione ci sarebbe già stata. Un fenomeno per ora affidato a rivelazioni di lavoratori che si trincerano dietro a uno stretto anonimato, visto che in ballo c’è il loro posto di lavoro e una paga a fine mese.
È il caso, a esempio, di un consorzio di imprese di progettazione navale a Monfalcone che si sta avvalendo della cassa in deroga dallo scorso ottobre. I dipendenti sarebbero stati messi in Cig a 4 e 8 ore, ma si continuerebbe a farli lavorare normalmente pagandoli meno. Come se la ”cassa” non ci fosse. Un aggiramento delle norme, insomma, che consentirebbe alle ditte, mettendo alcuni lavoratori in Cig per 4 ore, di prendere i soldi dall’Inps impiegando ugualamente il dipendente per 8 ore e pagando (meno) le ore extra-Cig. Con il rischio di scatenare una guerra tra poveri.
«Chi si è lamentato, esprimendo le proprie perplessità – confida un lavoratore – è stato messo in cassa a 8 ore pur avendo un mutuo da pagare e una moglie da mantenere, mentre chi il mutuo non ce l’ha o vive con i genitori risulta tranquillamente in ditta solo per rispondere al telefono percependo, da ottobre, le ore di Inps, le ore lavorative regolari, più 7 euro per il lavoro extra». Le situazioni del genere non sarebbero poche, con diverse gradazioni di colpa. E a queste si aggiungerebbero, a danno dei lavoratori, i tempi lunghi per ottenere le prime indennità di cassa.
Fincantieri rivela di non aver mai ricevuto segnalazioni in tal senso. Ma di essere pronta a intervenire se ciò dovesse emergere. «Come sindacato, non siamo a conoscenza di queste storture – dice Paolo Liva, segretario provinciale della Cgil -. Ma non mi meraviglia affatto che possano essersi verificate, soprattutto nelle realtà più piccole. Il rischio non va sottovalutato. Più controlli? Ritengo che, almeno all’interno di Fincantieri, molto potrebbe essere risolto rendendo obbligatoria per tutti i lavoratori dell’appalto la timbratura dei cartellini all’ingresso e all’uscita. Ma mi rendo conto che, comunque, un problema così frammentato sia di difficile soluzione e altrettanto difficile sia la verifica da parte degli organismi di controllo, visto che si basa sul silenzio di tutti: dei responsabili delle ditte, che ci guadagnano, e degli stessi lavoratori, che rappresentano in questo momento l’anello più debole della catena».
 
Il Piccolo, 16 maggio 2010
 
Gherghetta: «Subito verifiche a tappeto speculare sulla ”cassa” è una truffa»

di FABIO MALACREA

Speculazioni sulla cassa integrazione in piccole ditte, lavoratori dissidenti discriminati e lasciati a casa con 750 euro al mese mentre altri colleghi in Cig fanno orario pieno. Ma ora spuntano anche casi di violenze. Viene da Marghera la denuncia dello Slai Cobas che riferisce dell’aggressione di un operaio bengalese da parte di un connazionale amico del titolare di una ditta dell’appalto Fincantieri, solo per essersi rivolto al sindacato allo scopo di avere sostegno nella richiesta di ottenere rimborsi per il trasferimento da Marghera, dove era stato assunto, a Monfalcone.
Distorsioni, guerra tra poveri, lavoratori messi l’uno contro l’altro. A pretendere chiarezza è il presidente della Provincia Enrico Gherghetta. «Sulla gestione della cassa – dice – non possono essere tollerate irregolarità che, alla fine, vanno a pesare sui conti dell’Inps e quindi sulle tasche di tutti i cittadini. Gli ammortizzatori sociali sono uno strumento troppo importante per essere adombrato da trucchi e trucchetti che hanno un solo nome: truffe». Va giù duro Gherghetta dopo la denuncia di irregolarità in alcune piccole realtà dell’indotto Fincantieri, e non solo, che starebbero usufruendo della ”cassa”, sfruttandola per scaricare le spese sullo Stato e far lavorare comunque il personale a pieno regime. Un fenomeno recente che interesserebbe piccole realtà con irregolarità che sarebbero sfuggite per ora ai controlli dell’Inps e della stessa azienda navalmeccanica. Gherghetta non intende restarsene con le mani in mano, visto che proprio la Provincia è impegnata nell’organizzazione di corsi di riqualificazione per lavoratori in cassa o in mobilità, per dare loro una speranza di occupazione in una situazione drammatica che vede nell’Isontino 1700 lavoratori in ”cassa” e un’impennata del ricorso all’ammortizzatore sociale che nei primi quattro mesi del 2010 ha già ampiamente superato il monte-ore del 2009.
«La cassa integrazione ha delle regole complesse ma dei principi estremamente chiari. Se una ditta o un’impresa accusa scarichi di lavoro lascia a casa temporaneamente i lavoratori ai quali viene riconosciuto un indennizzo dallo Stato. Questi lavoratori possono comunque svolgere lavori socialmente utili o frequentare corsi di riqualificazione. Se in una realtà produttiva di qualsiasi genere dei lavoratori in ”cassa” si trovano al lavoro vuol dire che è in atto una truffa bella e buona. Io non ho avuto notizia di questi fatti. Ma non voglio correre rischi. Investirò immediatamente del problema l’assessore al Lavoro Pascolin e chiederò a Fincantieri e all’Ispettorato del lavoro di intensificare i controlli. Non è questo il momento di sfruttare la ”cassa” per guadagnarci su. Spero davvero che si tratti solo di qualche caso isolato».

Il Piccolo, 26 maggio 2010
 
PIENA COLLABORAZIONE DELLA DIREZIONE DEL LAVORO CON LA PROVINCIA 
Accertamenti su eventuali speculazioni nell’utilizzo della Cassa integrazione

 
«Speculare sulla cassa integrazione è una truffa. Chiederò al mio assessore Alfredo Pascolin di sensibilizzare l’Ispettorato del lavoro al fine di intensificare i controlli». Queste le dichiarazioni rese dal presidente della Provincia, Enrico Gherghetta al nostro giornale dove venivano segnalate speculazioni sulla cassa integrazione in piccole ditte, copn lavoratori lasciati a casa con 750 euro al mese mentre altri colleghi in Cassa integrazione guadagni lavoravano a tempo pieno.
Una promessa mantenuta, quella di Gherghetta, visto che la responsabile della Direzione provinciale del Lavoro, dottoressa Nicolina Cavallaro, ha inviato ieri una lettera all’assessore provinciale al Lavoro, Alfredo Pascolin, assicurando all’amministrazione provinciale la piena collaborazione e la dovuta segnalazione in caso di comportamenti non conformi alla legge da parte delle aziende operanti nell’Isontino. «La Cassa integrazione – sottolinea la responsabile della direzione provinciale del Lavoro – è un ammortizzatore sociale quantomai necessario in questo sfavorevole periodo, per le aziende effettivamente in crisi». Piena soddisfazione, dunque, da parte di Alfredo Pascolin. «La pronta risposta della Direzione provinciale del Lavoro – dice l’assessore della Provincia – è un segnale positivo ed estremamente importante. I casi di speculazioni sulla cassa integrazione sono veri e propri abusi che sottraggono risorse alle imprese realmente bisognose». «Si tratta di comportamenti inaccettabili – continua Pascolin – che cercheremo di reprimere con tutti gli strumenti a nostra disposizione».
Sulla stessa linea il presidente Enrico Gherghetta: «Non si possono tollerare truffe nella gestione della cassa integrazione. Eventuali irregolarità andrebbero ad appesantire ulteriormente i conti dell’Inps e, di conseguenza, le tasche di uttti i contrbuenti». «Piena fiducia e collaborazione, dunque, verso la Direzione provinciale del Lavoro – continua Gherghetta – con un unico obiettivo: intensificare i controlli e tutelare gli interessi dei lavoratori in difficoltà e dei cittadini».

Il Piccolo, 26 maggio 2010
 
INCONTRO TRA LA RSU E IL SINDACO PIZZOLITTO 
La Rsu chiede più controlli sull’uso della Cig da parte delle imprese legate al subappalto

La situazione produttiva dei cantieri navali è stata al centro di un incontro fra il sindaco, Gianfranco Pizzolitto e il coordinamento della Rsu di Fincantieri. Sono stati affrontati, in particolare, gli aspetti relativi al carico di lavoro, agli organici e agli appalti, alla luce anche del patto sulla trasparenza sottoscritto con la prefettura. I rappresentanti sindacali hanno rappresentato una serie di anomalie che si riscontrano in questa fase di riduzione del personale e nella quale si possono determinare situazioni di violazione dei diritti contrattuali e salariali nei confronti degli addetti. Si tratta di attivare un maggior controllo, hanno sottolienato, per evitare il rischio che ditte spregiudicate possano determinare con i loro comportamenti situazioni di sfruttamento dei lavoratori. In questi casi la chiusura delle imprese comporta per i dipendenti l’impossibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione. Il sindaco, ha illustrato l’esito del recente incontro con l’amministratore delegato Guseppe Bono, al quale tra l’altro, Pizzolitto ha richiesto anche, che per quanto possibile, nell’indotto sia utilizzata l’imprenditoria regionale. Il sindaco, Pizzolitto, a seguito dell’incontro, si è impegnato a sensibilizzare il prefetto per un incontro con la Rsu sulle problematiche del personale delle ditte in appalto, onde risolvere i problemi segnalati dal sindacato.

Il Piccolo, 15 giugno 2010
 
Cassa in Fincantieri, appello al governo 
I sindacati chiedono un incontro con sindaco e prefetto

L’ordine di due super-passeggeri arrivato a maggio garantisce un minimo di prospettiva allo stabilimento Fincantieri di Monfalcone. Il carico di lavoro a livello di gruppo è però insufficiente. In mancanza di commesse ”governative”, la realizzazione delle due nuove navi da crociera, per quanto grandi, rischia quindi di essere insufficiente ad alimentare la stessa Monfalcone, se la prospettiva è quella di aumentare la quota di lavorazioni affidate ad altri cantieri del gruppo per alleggerire il ricorso alla cassa integrazione. In vista potrebbe esserci anche un aumento del numero di dipendenti Fincantieri di altri stabilimenti dirottati su Monfalcone sempre per tamponare lo scarico di lavoro. Ecco perchè le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e le Rsu delle stesse sigle chiedono, a ranghi serrati e con urgenza, un incontro al sindaco Gianfranco Pizzolitto e al prefetto di Gorizia Maria Augusta Marrosu. Dal Governo il sindacato dei metalmeccanici si attende quindi un’assunzione di responsabilità, anche perchè in ballo ci sono i posti di lavoro creati in modo diretto da Fincantieri e i tanti dell’indotto. Il sindacato ieri ha quindi ricordato di aver chiesto a Fincantieri un tavolo per discutere della riorganizzazione complessiva dell’appalto. Le organizzazioni dei metalmeccanici hanno firmato otto accordi di cassa integrazione a maggio e tre a giugno con altrettante imprese esterne. Al momento lo scarico di lavoro nell’indotto è di circa 300 lavoratori (contro i 340 di Fincantieri), ma il settore potrebbe subire un calo tra i 600 e i mille addetti rispetto i 3mila di oggi. (la.bl.)