Messaggero Veneto, 28 maggio 2009 
 
Amianto, l’8 giugno presidio davanti al tribunale 
 
MONFALCONE. Sarà celebrata lunedì 8 giugno al tribunale di Gorizia l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex dirigenti dell’Italcantieri, oggi Fincantieri, accusati di omicidio colposo in relazione al decesso di 21 operai dipendenti dell’azienda esposti alla contaminazione dell’amianto. E’ il primo processo collettivo che sarà celebrato dopo l’avocazione di alcuni fascicoli da parte del Pg presso la Corte d’appello di Trieste.
Nell’occasione l’Associazione asposti amianto, che da lungo tempo si batte affinchè al tribunale di Gorizia siano celebrati i processi per le moltissime morti di operai esposti alle fibre di amianto, ha organizzato un presidio al Tribunale di Gorizia in concomitanza con l’udienza dell’8 giugno. Il presidio inizierà alle 9.30. L’Aea metterà a disposizione gratis un pullman che partirà alle 8.30 da piazzale Salvo D’Acquisto a Monfalcone (ex Gaslini, di fronte all’area verde), con fermata a Ronchi in via Redipuglia (ex mobilificio Primavera) e rientro verso le 12.30.
«Invitiamo quindi tutti a partecipare all’iniziativa della nostra associazione in considerazione dei tanti decessi a causa dell’esposizione all’amianto che hanno colpito il nostro territorio, e per le quali la risposta dello Stato è stata per lungo tempo sostanzialmente inesistente. Riteniamo – affermano all’Aea – che sia molto importante mobilitare l’opinione pubblica intorno ai temi della sicurezza negli ambienti di lavoro e delle rivendicazioni di giustizia per le vittime dell’amianto». Per informazioni e prenotazioni, contattare il segretario Diego Dotto al 335 7613116.
Secondo gli epidemiologi sono 900 i decessi collegabili all’uso dell’amianto a Monfalcone. E altrettanti sono stati segnalati negli ultimi 30 anni a Trieste. In totale 1.800 persone morte, 60 ogni 12 mesi per ognuno di questi 30 anni. Nel futuro immediato il numero di decessi per amianto è destinato a salire ancora, almeno fino al 2015-2018.

Il Piccolo, 28 maggio 2009 
 
Processi lumaca, presidio dell’Aea  
Gli esposti all’amianto si mobiliteranno davanti al Tribunale
 
 
L’Associazione esposti amianto di Monfalcone torna a organizzare un presidio davanti il Tribunale di Gorizia. Anche se il percorso dei processi per le numerose morti di operai esposti alle fibre del minerale, nei cantieri navali, ma non solo, sembra essersi fatto meno faticoso dopo la decisione presa poco meno di un anno fa dal procuratore generale di Trieste Beniamino Deidda di avocare a sé alcuni fascicoli. L’Aea ritiene però sia ancora importante tenere alta l’attenzione sui temi della sicurezza negli ambienti di lavoro e della rivendicazione di giustizia per le vittime dell’amianto. Il presidio avrà luogo l’8 giugno, dalle 9.30 in poi, in concomitanza con l’udienza preliminare in cui verrà presa in esame la richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex dirigenti del cantiere navale e di Fincantieri in relazione al decesso di 21 operai dell’azienda. Si tratta del primo troncone d’indagine avviata dal procuratore Deidda e che ha portato all’accorpamento di più casi. L’associazione metterà a disposizione gratuitamente un pullman che partirà alle 8.30 dal piazzale Salvo D’Acquisto di Monfalcone (zona ex Gaslini, di fronte all’area verde di via Valentinis), con fermata a Ronchi in via Redipuglia (all’altezza dell’ex mobilificio Primavera). Il rientro è previsto verso le 12.30. L’Aea invita quindi soci e simpatizzanti, ma anche aderenti alle organizzazioni sindacali, alle associazioni sociali e ambientaliste a partecipare all’iniziativa che dà seguito a quelle realizzate a partire dal 2003 per tentare di accelerare le indagini della procura di Gorizia, dove si sono via via depositati 600 fascicoli relativi a decessi o lesioni provocati dall’esposizione all’amianto. Per informazioni e prenotazioni, come spiega l’Aea, è necessario contattare Diego Dotto al numero 335 7613116.

Il Piccolo, 02 giugno 2009 
  
IN SCENA MASSIMO CARLOTTO, LORIS CONTARINI E MAURIZIO CAMARDI  
Esposti Amianto, spettacolo al Kinemax  
Promosso dall’Aea per giovedì sera. Lunedì presidio davanti al Tribunale di Gorizia
 
 
L’Associazione esposti amianto mantiene alta l’attenzione sui temi della salute, dei lavoratori e non solo, e dell’ambiente, oltre che sulla richiesta di giustizia dei familiari delle vittime del minerale killer. L’Aea lo fa anche attraverso lo spettacolo, a ingresso gratuito, che andrà in scena giovedì, alle 21, al Kinemax di via Grado, perché “Gran galà Italia” propone uno sguardo su un futuro in cui gli ecologisti vengono messi fuorilegge, come qualsiasi comportamento virtuoso dal punto di vista ambientale. A rendere il dialogo surreale tra un ambientalista che continua ad agire clandestinamente e un giornalista che ha fiutato lo scoop è Massimo Carlotto, voce narrante, oltre che autore del testo, da sempre vicino alla battaglia di Monfalcone e dell’Aea contro l’amianto. Ad affiancare lo scrittore ci sono Loris Contarini come voce narrante e Maurizio Camardi, autore delle musiche, al sassofono, flauti etnici, elettronica. Il testo di Massimo Carlotto e le musiche di Maurizio Camardi sono il frutto di un lavoro iniziato 4 anni fa che ha sviluppato progetti analoghi sui temi dell’amianto, dell’acqua e della sofisticazione alimentare. Al Kinemax giovedì sera sarà però proposta anche la proiezione del cortometraggio “Polvere”, prodotto per Transmedia da Igor Princic e diretto da Ivan Gergolet. Nel cast ci sono Francesco Carnelutti, Davide Del Degan, Maria Grazia Ghetti, Maurizio Soldà. A scrivere “Polvere”, che racconta il dramma della presenza pervasiva dell’amianto, sono stati Alfio Dilena e Ivan Gergolet.
L’avocazione di alcuni fascicoli da parte del procuratore generale della Corte d’appello di Trieste, Beniamino Deidda, ha intanto portato alla richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex dirigenti Fincantieri, in relazione al decesso di 21 operai dell’azienda: l’udienza preliminare per questo troncone di indagine si celebrerà lunedì prossimo. L’Aea, che vuole tenere alta l’attenzione su questo fronte, ha deciso di organizzare un presidio davanti il Tribunale di Gorizia in concomitanza con l’udienza. L’Aea metterà a disposizione gratuitamente un pullman che partirà alle 8.30 dal piazzale Salvo D’Acquisto (zona ex Gaslini, di fronte all’area verde), con fermata a Ronchi dei Legionari in via Redipuglia (ex mobilificio Primavera) e rientro verso le 12.30.
 

Messaggero Veneto, 02 giugno 2009 
  
Amianto, sofisticazioni alimentari e ambiente: giovedì uno spettacolo 
 
MONFALCONE. Si parlerà di amianto, ma anche di sofisticazioni alimentari e di danni ambientali giovedì, alle 21, al Kinemax di Monfalcone (ingresso gratuito), nel corso del Gran galà Italia organizzato in collaborazione con l’Aea, Associazione esposti amianto di Monfalcone.
Lo spettacolo, che riporta alla tradizione di Amianto mai più, iniziativa organizzata dall’Aea negli anni passati per sensibilizzare sulla tragedia delle morti provocate dall’amianto, proporrà il frutto di un lavoro iniziato 4 anni fa dallo scrittore Massimo Carlotto (che da anni sostiene l’azione dell’Aea) e dall’attore-registra padovano Loris Contarini, che ha sviluppato progetti analoghi su amianto, acqua e sofisticazione alimentare.
La serata vedrà Carlotto, autore dei testi, nel ruolo di voce narrante, Loris Contarini quale voce recitante, il musicista Maurizio Camardi, autore delle musiche, ai sassofoni, flauti etnici, elettronica. Lo spettacolo, prodotto da Gershwin spettacoli, racconta del «giorno in cui in Italia fu proibito ogni comportamento virtuoso dal punto di vista ambientale e gli ecologisti furono messi fuorilegge. Dialogo surreale (ma non troppo) tra un ambientalista che, clandestinamente, continua a praticare ecoazioni e un giornalista che ha fiutato lo scoop. Da posizioni totalmente opposte, i due si confrontano sui grandi temi, che da sempre dividono gli ecologisti da quelli che li ritengono esageratamente allarmisti e inventori di bufale. Una discussione che si insinua anche nei meandri del personale, rivelando quanto le differenze culturali siano profonde e, oggi, con il dominio della comunicazione televisiva sia diventato quasi impossibile dialogare. Nel corso della serata sarà anche proiettato il filmato “Polvere” dedicato alla micidiale fibra killer, l’amianto. «Penetra ovunque, dalle dita dei piedi ai capelli, nella gola, nelle orecchie, dappertutto nell’aria, come se nevicasse – recita il sottotitolo –. L’abbiamo mangiata tutti». Il filmato è prodotto da Igor Princic, diretto da Ivan Gergolet su produzione Transmedia. Con Francesco Carnelutti, Davide Del Degan, Maria Grazia Ghetti, Maurizio Soldà, “Polvere” è stato scritto da Alfio Dilena e Ivan Gergolet, suono Francesco Morosini, montaggio Nicola Piovesan, musiche Luca Ciut, scenografia Anton Spazzapan, fotografia Debora Vrizzi, organizzatore generale Gianandrea Sasso.
Lunedì 8 giugno, in occasione dell’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex dirigenti dell’Italcantieri, oggi Fincantieri, accusati di omicidio colposo in relazione al decesso di 21 operai dipendenti dell’azienda esposti alla contaminazione dell’amianto, che si terrà al tribunale di Gorizia, l’Aea, che ancora si batte affinché a Gorizia siano celebrati i processi per le – purtroppo – numerosissime morti di operai esposti alle fibre di amianto, ha organizzato un presidio davanti al Tribunale di via Sauro. Il presidio si inizierà alle 9.30. L’Aea metterà a disposizione gratuitamente un pullman che partirà alle 8.30 dal piazzale Salvo D’Acquisto di Monfalcone (ex Gaslini, di fronte all’area verde), con fermata a Ronchi in via Redipuglia (ex mobilificio Primavera) e rientro verso le 12.30.
«Invitiamo quindi tutti voi a partecipare all’iniziativa della nostra associazione – insiste l’Aea –, in considerazione dei tanti decessi a causa dell’esposizione all’amianto che hanno colpito il nostro territorio e per le quali la risposta dello Stato è stata per lungo tempo sostanzialmente inesistente».

Il Piccolo, 04 giugno 2009 
 
RAFFICA DI UDIENZE IN TRIBUNALE. LUNEDÌ A GORIZIA LA DECISIONE SU ALTRI RINVII A GIUDIZIO  
Undici morti d’amianto, via al maxi-processo  
Ex dirigenti del cantiere accusati di omicidio colposo. Tutti gli operai colpiti da tumore
 
 
di DOMENICO DIACO

Si apre oggi dinanzi al Giudice monocratico del Tribunale di Gorizia con la prima udienza dibattimentale il processo per omicidio colposo in relazione ai decessi legati all’esposizione all’amianto di undici dipendenti dell’ex Italcantieri, oggi Fincantieri. Undici anche gli imputati, tra i quali l’attuale presidente di Fincantieri ed ex direttore generale di Italcantieri, Corrado Antonini, gli ex presidenti del consiglio d’amministrazione Vittorio Fanfani e Giorgio Tupini, l’ex presidente Enrico Bocchini e gli ex direttori del cantiere navale di Panzano, Giancarlo Testa e Manlio Lippi. I familiari di due delle vittime si sono costituiti parte civile. Secondo l’accusa gli operai in servizio nello stabilimento navalmeccanico monfalconese sono morti a causa di malattie polmonari riconducibili all’esposizione all’amianto avendo lavorato in ambienti saturi di polveri del minerale killer e in assenza delle necessarie misure di sicurezza.
Ma oggi il Tribunale di Gorizia si occuperà anche di un altro processo per amianto. In questo caso però gli imputati sono accusati di lesioni colpose nei confronti di tredici lavoratori, undici dipendenti del cantiere navale di Panzano, uno della centrale termoelettrica di Monfalcone e uno della Beraud, una delle ditte ”storiche” del cantiere navale, specializzata nelle verniciature industriali.
Tutti i dipendenti lamentano neoplasie, placche pleuriche e lesioni pleuro-polmonari riconducibili all’esposizione all’amianto. Sul banco degli imputati i dirigenti che dagli anni Sessanta agli Ottanta si trovavano ai vertici dello stabilimento di Panzano e delle altre aziende.
Nel corso dell’udienza saranno ascoltati alcuni testi della difesa. Se non vi saranno intoppi la sentenza potrebbe essere pronunciata già entro il prossimo mese.
E lunedì, sempre in Tribunale a Gorizia, si terrà l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio di alcuni ex dirigenti dell’Italcantieri, accusati di omicidio colposo in relazione alla morte di 21 operai dell’azienda esposti alla contaminazione da amianto. Si tratta del primo processo collettivo che viene celebrato dopo l’avocazione di alcuni fascicoli da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello di Trieste Beniamino Deidda a fronte della lentezza con cui venivano istruiti i processi a Gorizia.
Per questa occasione, l’Associazione esposti amianto, che ha annunciato che si costituirà parte civile, attuerà con inizio alle 9.30 un presidio davanti al Tribunale di Gorizia. L’Aea considera infatti questo processo una svolta nell’interminabile vicenda giudiziaria relativa ai decessi a causa della fibra-killer. Per agevolare la partecipazione all’iniziativa l’Aea metterà a disposizione gratis un pullman che partirà alle 8.30 dal piazzale Salvo d’Acquisto (area ex Gaslini) con fermata a Ronchi in via Redipuglia (ex mobilificio Primavera) e rientro verso le 12.30.
 

AMIANTO. VITTIMA UNA DONNA DI 52 ANNI  
In Corte d’appello a Trieste ricorso contro la prima condanna
 
  
Ieri intanto si è svolta a Trieste l’udienza del processo d’appello per la morte di Annamaria Greco, la dipendente della Sprea, ditta cui erano affidati i lavori di pulizia all’interno del cantiere di Panzano, morta nel 1998 a 52 anni per un mesotelioma pluerico.
Riconosciuto colpevole di omicidio colposo con sentenza di primo grado, nell’aprile del 2008 l’allora direttore del cantiere di Panzano, Manlio Lippi, venne condannato a un anno di reclusione con la condizionale oltre a 100mila euro, quale provvisionale immediatamente esecutiva, a titolo di risarcimento nei confronti dei familiari della vittima nonchè al pagamento delle spese processuali e quella di costituzione di parte civile. Sentenza alla quale l’imputato ha opposto appello. Ieri, al termine dell’udienza, il processo è stato aggiornato al 27 ottobre.
Ma ieri, a Gorizia, c’è stato pure un altro dei tanti processi giunti a dibattimento a carico dei vertici del cantiere per omicidio colposo. A questo, così come negli altri procedimenti in corso e per quelli che saranno istruiti in seguito, il Comune di Monfalcone ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile. L’udienza è stata aggiornata al 10 giugno.

Messaggero Veneto, 04 giugno 2009 
 
Monfalcone. Approda in udienza preliminare la tranche delle inchieste per omicidio colposo che era stata avocata dalla Procura generale di Trieste  
Amianto, lunedì in 14 davanti al Gup di Gorizia  
L’associazione dei familiari delle vittime manifesterà davanti al Tribunale per chiedere giustizia
 
 
MONFALCONE. E’ stata fissata per lunedì 8 giugno l’udienza preliminare nella quale il gup di Gorizia si pronuncerà su 14 richieste di rinvio a giudizio per l’accusa di omicidio colposo per alcuni ex dirigenti dello stabilimento navalmeccanico ex Italcantieri di Monfalcone in relazione al decesso per malattie riconducibili all’esposizione all’amianto di 21 persone, tutti operai dello stabilimento.
E’ un’udienza preliminare molto attesa e importante poiché si tratta proprio del troncone di indagine che comprende i fascicoli avocati lo scorso anno dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Trieste Beniamino Deidda, decisione accolta con favore dai familiari delle vittime per superare l’impasse che si era creata in Procura a Gorizia a causa della difficile situazione di sotto organico che sconta la magistratura del capoluogo isontino. Nell’occasione proprio gli esponenti dell’associazione esposti amianto di Monfalcone organizzerà un presidio dalle 9.30 in poi dinanzi la sede del Tribunale di Gorizia in concomitanza con la celebrazione dell’udienza per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della sicurezza degli ambienti di lavoro e per chiedere giustizia per le vittime dell’amianto.
Ieri mattina davanti al giudice monocratico di Gorizia Caterina Brindisi si è svolta intanto l’udienza filtro per un altro processo, con dieci imputati per omicidio colposo, scaturito dalle indagini sulle morti di altri operai del cantieri navalmeccanici di Monfalcone sempre legate all’amianto. Il Comune di Monfalcone ha avanzato istanza per costituirsi parte civile: il giudice Brindisi si pronuncerà nel corso della prossima udienza fissata per il 10 giugno.
Sfilata di testi per l’udienza del processo Italcantieri-Enel che si è tenuta ancora ieri a Gorizia. Oggi è in programma un’ennesima udienza dibattimentale dinanzi al giudice monocratico del capoluogo isontino per un altro numero considerevole di imputati ancora in relazione ai decessi per amianto.
Piero Tallandini 
 
Caso Greco: aperto il processo di secondo grado
Amianto

MONFALCONE. Si è aperto ieri mattina a Trieste il processo di secondo grado in Corte d’appello che fa seguito alla prima storica sentenza di condanna pronunciata dal Tribunale di Gorizia (la prima in assoluto anche a livello regionale) per il decesso di un lavoratore vittima dell’esposizione all’amianto.
Il 2 aprile 2008 il giudice unico del capoluogo isontino Caterina Brindisi aveva riconosciuto colpevole per omicidio colposo l’ex direttore negli anni Settanta del cantiere navalmeccanico ex Italcantieri di Monfalcone Manlio Lippi in relazione alla morte di Annamaria Greco, dipendente di una ditta che si occupava delle pulizie nel cantiere. Poco da dire circa i contenuti dell’udienza di ieri: il processo di secondo grado entrerà nel vivo nella prossima udienza che è stata fissata già fissata per il 27 ottobre, sempre in Corte d’appello a Trieste.
Era stata una sentenza, quella del 2 aprile dell’anno scorso, che aveva davvero costituito il coronamento di anni di battaglie instancabili per l’Associazione esposti Amianto di Monfalcone, che come noto rappresenta i congiunti di centinaia di operai dei cantieri del Monfalconese morti per malattie riconducibili all’esposizione alla cosiddetta “fibra killer”. Annamaria Greco era dipendente di una ditta, la Sprea, che si occupava delle pulizie nel cantiere navale. Annamaria vi aveva lavorato a partire dagli anni Settanta prestando servizio in particolare sulle navi in fase di costruzione in ambienti nei quali all’epoca la concentrazione di fibre d’amianto era secondo l’accusa di dieci volte superiore al quantitativo minimo per contrarre l’asbestosi. Era deceduta a 52 anni per un mesotelioma alla pleura che purtroppo non le aveva lasciato scampo. (p.t.)

Il Piccolo, 05 giugno 2009 
 
INIZIATO DAVANTI AL TRIBUNALE DI GORIZIA IL MAXI-PROCESSO. NUOVA UDIENZA IL 9 LUGLIO  
Amianto, le parti civili chiedono la citazione di Fincantieri  
Una mossa finalizzata a ottenere garanzie sui risarcimenti. Fusi due procedimenti: adesso i casi di morte salgono a 39
 
 
Si è aperto ieri mattina, al Tribunale di Gorizia, davanti al giudice monocratico Paola Santangelo (la pubblica accusa era rappresentata dal pm Annunziata) Puglia, il processo per omicidio colposo, in relazione ai decessi legati all’esposizione da amianto di 39 dipendenti dell’ex Italcantieri, oggi Fincantieri, e di altre ditte dell’appalto.
Si tratta di un maxi-processo, frutto dell’unificazione di due procedimenti penali, l’uno istruito a carico di undici imputati, a fronte di undici decessi, l’altro, invece, riguardante 26 imputati che dovranno rispondere per la stessa accusa nei confronti dei familiari di 28 lavoratori deceduti. Tra gli imputati figurano anche l’attuale presidente di Fincantieri ed ex direttore generale di Italcantieri, Corrado Antonini, gli ex presidenti del consiglio di amministrazione Vittorio Fanfani e Giorgio Tupini, l’ex presidente Enrico Bocchini e gli ex direttori del cantiere navale di Panzano, Giancarlo Testa e Manlio Lippi.
La prima udienza dibattimentale, caratterizzata da una numerosa partecipazione da parte dei familiari delle vittime, ha segnato tre momenti di rilievo. In primis, l’istanza di costituzione di parte civile al processo, presentata dal Comune di Monfalcone. Una richiesta alla quale si è opposta, articolata con diverse argomentazioni, la maggior parte dei legali difensori degli imputati (una decina in tutto per questo procedimento), proprio in virtù del particolare significato assunto dall’ente locale, volendo rappresentare una «lesione generale» dell’interesse dei cittadini configurando la vasta portata del fenomeno legato all’esposizione da amianto e ai numerosi decessi verificatisi nel territorio. Per questa istanza, il giudice s’è riservato la decisione, rinviando l’udienza al 9 luglio.
La mattinata è stata caratterizzata da un altro elemento di particolare peso: le parti civili già costituite, rappresentate dai legali Pierluigi Fabbro e Paolo Bevilacqua, hanno chiesto l’autorizzazione alla citazione in giudizio del responsabile civile in ordine alle morti da amianto, individuato nella Fincantieri Spa. Ciò, come ha spiegato l’avvocato Bevilacqua, ai fini della garanzia risarcitoria a favore delle famiglie colpite dalla perdita del proprio congiunto. «Nell’ambito del procedimento – ha spiegato infatti l’avvocato Bevilacqua -, non appare la figura del datore di lavoro, proprio ai fini della responsabilità civile di questi decessi. Responsabilità, pertanto, che abbiamo individuato nella Fincantieri». Anche per questa istanza il giudice si è riservato di decidere e potrebbe sciogliere la riserva in occasione della prossima udienza fissata il 9 luglio. Sempre ieri mattina in udienza si sono costituiti parte civile i familiari di almeno una decina di lavoratori deceduti. (la. bo.)

In Procura 200 i fascicoli aperti Consulenze in corso per 118 decessi 
 
Per quanto concerne i dati numerici dei processi pendenti presso la Procura della Repubblica di Gorizia, riguardanti le patologie derivanti dalla esposizione all’amianto, l’attuale giacenza, afferma la Procura della repubblica di Gorizia, ammonta a 200 processi, dei quali 50 iscritti nel 2008-2009, e quindi abbastanza recenti, mentre per 118 è ancora in corso la consulenza tecnica, affidata a un pool qualificato di professionisti. Dal dal 1999 al 2008 sono transitati in procura 1923 fascicoli relativi a malattie professionali asbesto-correlate, dei quali al 19/11/2008 risultavano esauriti ben 1677. Prescindendo dai processi (42 fascicoli) avocati dalla Procura generale di trieste, attualmente pendono innanzi al Tribunale monocratico di Gorizia, a seguito di richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura (e sono in corso di trattazione anche in questi giorni) i fascicoli pertinenti 78 lavoratori, mentre ulteriori 4 sono stati già definiti con sentenza. La Procura della Repubblica e l’Azienda sanitaria Isontina stanno lavorando all’unisono e la stessa magistrtatura fa sapere che i gravi disagi della Procura sono stati riconosciuti ufficialmente, a livello nazionale, mediante la recente declaratoria di sede disagiata, avvenuta soltanto alla fine di aprile scorso dopo una pluriennale pendenza dei processi ed un numero insufficiente di magistrati. Per quanto riguarda l’attività Azienda sanitaria-Procura, il Servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro della Ass si è attivato negli ultimi mesi per cercare di dare un’efficace soluzione in tempi certi e concordati con la Procura della Repubblica di Gorizia per il recupero dei casi di indagine giacenti riguardanti patologie amianto correlate. Il lavoro si sviluppa attraverso varie fasi a cui è dedicato personale sanitario (medici e assistenti) e 4 tecnici della prevenzione. Si tratta di provvedere al recupero delle malattie professionali giacenti e di integrare questa attività d’indagine con i casi di nuova segnalazione. Per quanto riguarda i casi giacenti l’Ass collabora con i periti che stanno svolgendo il lavoro come da nomina della Procura di Gorizia. Il lavoro riguarda in questa fase i casi di mesotelioma in soggetti che a vario titolo hanno prestato la loro opera all’interno degli stabilimenti navali Fincantieri di Monfalcone.

Messaggero Veneto, 05 giugno 2009 
 
Monfalcone. La Procura isontina chiarisce la situazione dei procedimenti pendenti  
«Sono 200 e non 600 i casi aperti sull’amianto»
 
 
MONFALCONE. «L’attuale pendenza per quanto riguarda i casi relativi a patologie derivanti dall’esposizione all’amianto ammonta a 200 procedimenti giudiziari, non 600, di cui 50 iscritti nel 2008-2009 e quindi abbastanza recenti, mentre per 118 è ancora in corso la consulenza tecnica, affidata a un pool qualificato di professionisti».
Lo precisa in una nota diramata ieri la Procura di Gorizia. È una nota congiunta con l’Azienda sanitaria isontina in cui è data notizia anche delle iniziative di collaborazione tra Ass e magistratura «per cercare di dare un’efficace soluzione in tempi certi e concordati per i casi di indagine giacenti riguardanti patologie amianto correlate».
«Dalla Procura sono transitati, dal 1999 al 2008, 1.923 fascicoli relativi a malattie professionali asbesto correlate – continua la nota –, di cui al 19 novembre 2008 risultavano esauriti ben 1.677. Prescindendo dai processi (42 fascicoli) avocati dalla Procura generale, oggi pendono innanzi al Tribunale monocratico di Gorizia, a seguito di richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, i fascicoli pertinenti 78 lavoratori e ulteriori 4 sono stati già definiti con sentenza».
A fronte di questi numeri «ciò che rammarica – dice la Procura – è la considerazione che siano stati riportati dalla stampa dati inesatti (600 invece del dato reale di 200 fascicoli). Non è stato tenuto in alcun conto che Ass e Procura stanno lavorando all’unisono, in silenzio, senza battage pubblicitari e che i gravi disagi della Procura sono stati riconosciuti ufficialmente a livello nazionale mediante la recente declaratoria di sede disagiata, avvenuta solo a fine aprile, dopo una pluriennale pendenza di processi e un numero insufficiente di magistrati».
Circa l’attività avviata di concerto con l’Ass, il lavoro si sviluppa attraverso varie fasi a cui è dedicato tutto il personale sanitario (medici e assistenti sanitari) e 4 tecnici della prevenzione. Si tratta da un lato di provvedere al recupero delle malattie professionali giacenti, dall’altro di integrare tale attività d’indagine con i casi di nuova segnalazione. Circa i casi giacenti, si è provveduto a collaborare con i periti che stanno svolgendo il lavoro come da nomina della Procura. Il lavoro riguarda in questa fase i casi di mesotelioma in soggetti che a vario titolo hanno prestato la propria opera all’interno degli stabilimenti navali Fincantieri di Monfalcone.
È in corso una seconda fase per ricondurre tutti i casi giacenti nei diversi cluster (gruppo di lavoratori sufficientemente numeroso che abbia svolto la propria attività nella medesima sede lavorativa in un arco di tempo sovrapponibile). I casi da analizzare in questa fase sono oltre 80. Ogni cluster sarà suddiviso in mesoteliomi, neoplasie e altra patologia amianto correlata, provvedendo poi secondo le tempistiche concordate con la magistratura a eseguire le indagini.
Una terza fase riguarderà la perizia Fincantieri per le neoplasie polmonari, dove potrebbe esserci un centinaio di casi da analizzare per pregressa esposizione professionale all’amianto.
Piero Tallandini 
 
L’Aea parte civile nell’udienza preliminare di lunedì 
 
MONFALCONE. L’Associazione esposti amianto (Aea) di Monfalcone si costituirà parte civile in occasione dell’udienza preliminare – fissata per lunedì mattina – nella quale il gup di Gorizia sarà chiamato a pronunciarsi sulle quattordici richieste di rinvio a giudizio per l’accusa di omicidio colposo per alcuni ex dirigenti dello stabilimento navalmeccanico ex Italcantieri di Monfalcone, in relazione al decesso per malattie riconducibili all’esposizione all’amianto di ventuno persone, tutti operai dello stabilimento di Panzano.
Come riferivamo ieri, si tratta di una udienza preliminare particolarmente importante, poiché scaturisce dal troncone di indagine che comprende i fascicoli avocati lo scorso anno dal procuratore generale presso la Corte d’appello di Trieste, Beniamino Deidda.
Il sodalizio chiederà di costituirsi parte civile attraverso l’avvocato del Foro di Padova, Anna Maria Marin, legale che ha maturato una particolare esperienza in materia avendo seguito la vicenda dell’associazione “consorella” degli esposti amianto a Mestre per un processo analogo.
Da ricordare che sempre lunedì gli esponenti dell’Associazione esposti amianto monfalconese organizzeranno un presidio dalle 9.30 in poi dinanzi la sede del Tribunale di Gorizia, in via Sauro, in concomitanza con la celebrazione dell’udienza per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della sicurezza degli ambienti di lavoro e per chiedere finalmente giustizia per le vittime dell’amianto. (pi.ta.) 
 
Il Comune chiede di costituirsi parte civile 
 
MONFALCONE. Il Comune di Monfalcone, attraverso l’avvocato Roberto Maniacco, ha chiesto ieri di costituirsi parte civile nell’ambito di altri due processi, apertisi nel corso della mattinata a Gorizia, in relazione ai decessi legati all’esposizione all’amianto di dipendenti dello stabilimento navalmeccanico ex Italcantieri di Panzano.
Un procedimento vede imputate 11 persone per altrettanti decessi e l’altro conta in tutto 26 imputati per un totale di 28 persone offese, 25 delle quali decedute.
Nel primo procedimento i legali che rappresentano i familiari di uno degli operai deceduti, costituitisi parte civile, Paolo Bevilacqua e Pierluigi Fabbro, hanno chiesto l’autorizzazione a chiamare in causa il responsabile civile, la Fincantieri Spa.
Il giudice monocratico Paola Santangelo, che ha deciso di riunire i due processi in un unico procedimento giudiziario, si è riservato la decisione sull’istanza presentata dall’amministrazione municipale monfalconese e dai legali di parte civile fissando la prossima udienza per il 9 luglio. Il processo, che vede il maggior numero di imputati (ben 26), assume una valenza particolare poiché rispetto a precedenti casi di rinvio a giudizio per amianto decisi dal gup a Gorizia sono coinvolte anche persone che ricoprivano incarichi di vertice nell’ambito delle ditte che operavano in subappalto nello stabilimento, compresi i responsabili di una ditta che operava nella mensa, la Dispal. Tra i rinviati a giudizio figurano gli ex presidenti del cda Italcantieri Vittorio Fanfani e Giorgio Tupini, l’ex presidente del cda Enrico Bocchini e l’ex direttore generale Corrado Antonini, gli ex direttori del cantiere Giancarlo Testa e Manlio Lippi.
A processo andranno poi Bernardo Vittorio Carratù e Roberto Schivi, in passato direttori centrali del personale Italcantieri, gli ex direttori del personale Giampaolo Framarin e Livio Alfredo Minozzi, gli ex responsabili del servizio di sicurezza, Mario Abbona, Mario Bilucaglia e Marino Visintin. Quindi, i presidenti dei cda o i legali rappresentanti delle aziende che operavano in subappalto: Roy Winston Rhode, Ronald Rodhe e Giorgio Vanni della ditta Davidson, Liana Colamaria della Slim de Dottori, Giovanni Giurcin, Ruggero Battellini e Giuseppe Pecenko, Oliviero Fragiacomo, Olinto Parma e Livia Crevatin della Dispal, Renzo Meneghin della Meneghin&Bevilacqua, Gino Caron della Iccf, Gianni Poggi della Piacenza.
Gli imputati sopraccitati (Fanfani, Tupini, Bocchini, Antonini, Testa, Lippi, Carratù, Schivi, Framarin e Minozzi) più un responsabile della sicurezza sono coinvolti anche nell’altro procedimento. Come detto, ieri sono stati accorpati in un unico processo. (p.t.) 
 
Dobialab, spettacolo per la sicurezza nei luoghi di lavoro 
 
STARANZANO. “Burn my shadow” è il titolo della serata organizzata dall’associazione culturale ArtCorner di Staranzano in collaborazione con l’Associazione gruppo area di ricerca che si terrà nei laboratori creativi Dobialab e intede sensiblizzare al diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Domani, a partire dalle 22, si esibiranno, in un intenso live act, la band pop udinese Videodreams accompagnata da tre djset elettronici proposti dai dj Alex_hank, Anita e Spanner. Sarà inoltre riproposta l’interessante mostra fotografica “No Culture” di Gabriele Candusso già presentata negli spazi espositivi dei Comuni di Staranzano e San Canzian d’Isonzo. L’intento di questo progetto fotografico è quello di far emergere la carenza di cultura verso la sicurezza nei luoghi di lavoro usano l’arte fotografica.
“No Culture” è un modo di contribuire all’informazione e alla conoscenza sul diritto alla sicurezza, senza per questo colpevolizzare i cittadini in quanto lavoratori e datori di lavoro, ovvero in quanto figure cardine del sistema – lavoro. Il ricavato della serata sarà devoluto all’Associazione esposti amianto – Amianto mai più di Monfalcone.

Il Piccolo, 09 giugno 2009 
 
UDIENZA PRELIMINARE IN TRIBUNALE 
RINVIO  
Il giudice Paola Santangelo prenderà una decisione entro il 6 luglio 
Chiesta l’unificazione di due processi per la morte di 42 lavoratori dei cantieri 
Amianto, Provincia e Aea parti civili
  
 
di LAURA BORSANI

Ammessa la costituzione di parte civile della Provincia di Gorizia, ma anche dell’Associazione esposti amianto (Aea) di Monfalcone, nonchè del Codacons. Mentre per il Comune della città dei cantieri, presentatosi quale parte offesa, si prospetta solo la possibilità di potersi costituire parte civile.
Ieri, nell’ambito dell’udienza preliminare svoltasi al Tribunale di Gorizia, davanti al giudice monocratico Paola Santangelo (la pubblica accusa era rappresentata dal pubblico ministero Giuseppe Lombardi, sostituto procuratore di Trieste), in ordine alla richiesta di rinvio a giudizio per 14 ex dirigenti e dirigenti dell’Italcantieri e di Fincantieri, accusati di omicidio colposo pluriaggravato, in relazione al decesso di 21 operai dell’azienda navaleccanica esposti all’amianto, è stata richiesta l’unificazione con il secondo ”filone” d’indagine, sempre rientrante nel novero dei fascicoli avocati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Trieste, Beniamino Deidda. Si tratta di altri 21 decessi di altrettanti lavoratori legati all’esposizione al minerale.
Un’indagine per la quale il 6 luglio è prevista l’udienza preliminare nei confronti degli stessi imputati, oltre a rappresentanti di ditte in appalto. L’istanza di unificazione dei due procedimenti istruiti dal procuratore Deidda, è stata presentata dai legali di Fincantieri. Per questa richiesta, il giudice Paola Santangelo si è riservato la decisione, entro il prossimo 6 luglio.
Sono dunque questi gli esiti scaturiti dall’udienza preliminare, iniziata alle 10 del mattino e conclusasi nel primo pomeriggio.
Mentre in aula si articolavano le richieste delle parti coinvolte, con il ritiro del giudice monocratico in Camera di consiglio per un circa due ore, all’esterno del Tribunale goriziano è andato in scena, come previsto, il presidio dell’Associazione esposti amianto di Monfalcone. Si sono così riunite una settantina di persone, tra i componenti dell’Aea, familiari e sostenitori, giunti da Monfalcone con un apposito pullman, e i rappresentanti di varie realtà sindacali.
In udienza sono state quindi presentate le istanze di costituzione di parte civile della Provincia di Gorizia, attraverso il legale incaricato, avvocato Francesco Donolato, del Foro di Gorizia, che in questo procedimento rappresenta altresì alcuni dei familiari delle vittime, dell’Associazione esposti amianto di Monfalcone, con l’avvocato Annamaria Marin, del Foro di Venezia, nonché del Codacons.
Tra i legali difensori dei congiunti delle vittime c’era anche l’avvocato Ottavio Romano. Tutte le istanze sono state accolte dal giudice. Il Comune, invece, si è presentato in qualità di parte offesa, ma, stando alle stesse valutazioni prospettate dal giudice monocratico, vi sarebbero buone possibilità perchè l’ente locale si possa costituire parte civile. L’udienza ieri mattina ha segnato anche la richiesta, da parte dei legali difensori dell’azienda, di unificazione dei procedimenti istruiti dal procuratore generale triestino, Deidda. Con ciò pertanto profilando un unico maxi-processo, in ordine a 42 decessi complessivi, rientranti nei fascicoli avocati.
Per il secondo ”filone” è stata fissata l’udienza preliminare a Gorizia per il prossimo 6 luglio. Sulla richiesta, dunque, il giudice Santangelo s’è riservato la decisione, che avverrà comunque prima della data dell’udienza. 
 
PRESIDIO DI UNA SETTANTINA DI PERSONE A GORIZIA  
L’appello silenzioso di mogli, figli e amici delle vittime
 
 
Mogli, figlie, colleghi di lavoro, a loro volta esposti all’amianto, amici di quanti sono stati uccisi dal minerale killer si sono trovati ancora una volta ieri mattina davanti al Tribunale di Gorizia a chiedere giustizia per chi non c’è più, ma anche per chi è rimasto con un vuoto pesantissimo con cui convivere, ogni giorno. È un appello silenzioso e composto, come sempre, quello che i familiari delle vittime dell’amianto, ma anche rappresentanti sindacali e delle associazioni che si battono per una più salda sicurezza sul lavoro hanno lanciato ieri. Ancora in prima linea Rita Nardi, presidente dell’Associazione esposti e tra le prime vedove ad avviare una battaglia per vedere riconosciute le responsabilità della morte dei propri mariti. «Le cose si sono mosse rispetto a un anno fa – ha spiegato Diego Dotto dell’Aea monfalconese – in ambito processuale. Non siamo qui per protestare, quindi, ma per dimostrare che la nostra attenzione non viene meno allo sviluppo dei procedimenti in corso». L’Aea, che in questi anni si è recata più volte davanti al Tribunale, per ora non ha quindi programmato alcuna nuova iniziativa. «Siamo pronti a ripetere il presidio se le condizioni lo richiederanno» ha aggiunto Diego Dotto. Quello di ieri è stato un presidio partecipato, perché sotto il palazzo del Tribunale si è fermata per tutta la mattinata una settantina di persone. Accanto all’Aea c’erano i rappresentanti dell’associazione Carico sospeso per la sicurezza sul lavoro e delegati delle Rsu di Fincantieri e del Comune di Monfalcone. Tra i partecipanti anche esponenti dell’Ugl, presente nella Rsu dello stabilimento. «Siamo presenti anche noi, perché sosteniamo la battaglia dei familiari e dei lavoratori – ha spiegato il delegato Mauro Marcatti -. Anche noi, come gli altri, sosteniamo che il limite di utilizzo dell’amianto in cantiere è andato oltre il 1988, fino al 1991». Una cinquantina di partecipanti ieri hanno utilizzato fra l’altro il pullman messo a disposizione gratuitamente dall’Aea e che, partito da Monfalcone, si è fermato anche a Ronchi per poi raggiungere Gorizia. Per tutti i familiari delle vittime qualcosa è effettivamente cambiato comunque nella primavera del 2008, quanto rappresentanti dell’Aea hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio disagio al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in provincia anche il centenario del cantiere. Napolitano ha subito affrontato la questione a Trieste con il Presidente del Tribunale Arrigo De Pauli e con il procuratore Beniamino Deidda, che poi ha avocato a sé numerosi fascicoli. (la. bl.)

Messaggero Veneto, 09 giugno 2009 
 
La prossima udienza il 6 luglio 
Udienza amianto, ammesse le parti civili  
Oltre ai parenti delle vittime si sono costituiti anche Aea, Codacons e Provincia 
RINVIO
Si allarga il fronte dell’accusa in uno dei procedimenti avocati dalla Procura generale Quattordici gli imputati di omicidio colposo per la morte di ventun operai dell’Italcantieri
 
 
MONFALCONE. Si allarga il fronte dell’accusa in uno dei procedimenti per decessi legati all’amianto avocati, a suo tempo, dalla Procura generale di Trieste. Ieri, il giudice dell’udienza preliminare, Paola Santangelo, ha ammesso infatti la costituzione di parte civile oltre che di diversi parenti delle vittime, dell’associazione che li rappresenta, del Codacons e della Provincia.
Andranno, così, ad affiancare la pubblica accusa nel dibattimento. A sollecitare l’ammissione gli avvocati De Benedictis, Donnolato, Romano, Franco, Favretto e Montanari. Resta invece, per ora, al margine del processo il Comune di Monfalcone perché, secondo il gup, l’ente non riveste, a oggi, la qualifica di persona offesa o danneggiata dal reato.
L’udienza è stata quindi aggiornata al 6 luglio, giorno in cui è prevista la “chiamata” di un procedimento analogo, anch’esso istruito dalla Procura generale e di cui i difensori (avvocati Pagano, Borgna, Fabretti e Giacomelli) hanno chiesto la “riunione” con quello giunto ieri al vaglio del giudice Santangelo. Anche perché – a detta dei legali – vi è una connessione sotto il profilo delle indagini svolte dagli inquirenti. Su tale istanza il giudice si pronuncerà, appunto, il 6 luglio.
Nel primo procedimento sono imputati quattordici ex dirigenti dell’Italcantieri, di cui il pm Lombardi chiede il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte, avvenuta tra il ’65 e l’85, per malattie riconducibili all’esposizione all’amianto, di 21 operai dello stabilimento metalmeccanico monfalconese.
L’altro troncone per il decesso di altrettante persone riguarda, oltre che gli ex dirigenti del cantiere, anche alcuni responsabili di ditte appaltatrici. Entrambe le inchieste, condotte dalla Procura della repubblica di Gorizia, nel giugno dello scorso anno, erano state avocate dalla Procura generale di Trieste che, con quest’iniziativa, aveva inteso dare un’accelerazione alle decine e decine di procedimenti in giacenza.
Va detto che il primo processo per morti da amianto a essere definito è stato quello celebrato nell’aprile 2008 davanti al giudice monocratico Caterina Brindisi, che aveva condannato a un anno di reclusione, per omicidio colposo, l’ex direttore dell’allora Italcantieri: era stato ritenuto responsabile della morte della dipendente di una ditta di pulizie che lavorava nel cantiere.
Nino Volpe