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Il Piccolo, 26 ottobre 2008 
 
LA PROTESTA DEGLI STUDENTI  
Dai liceali no ai tagli alla scuola pubblica  
Domani all’Area verde maxi-assemblea degli allievi di tutte le superiori cittadine 
ASSEMBLEA DEGLI ALLIEVI DEL LO SCIENTIFICO «BUONARROTI»
 
 
Ritiro immediato del decreto Gelmini, costruzione di una scuola al passo con i tempi e abolizione dei tagli indiscriminati a cominciare dalle elementari fino all’università. Sono questi i punti salienti emersi ieri nell’affollata assemblea straordinaria autogestita svoltasi nella palestra del liceo scientifico Buonarroti alla quale ha aderito il 90% degli studenti che guidano la protesta delle scuole superiori del Monfalconese. Tutto si è svolto nella massima correttezza e senza problemi, come sottolineato anche dalla dirigente scolastica Isabella Minon. «i ragazzi hanno discusso ordinatamente i loro argomenti, sono stati bravi e alla fine hanno messo anche a posto la palestra come l’hanno trovata». Le maggiori preoccupazioni per gli studenti derivano dal fatto che dal prossimo anno la loro scuola potrebbe subire pesanti conseguenze a causa dei tagli dei fondi stabiliti dal Governo. Se passerà questa riforma, dicono, spariranno prima di tutto gli indirizzi sperimentali, classico e bilingue. «Siamo al secondo anno dello “sperimentale” – spiegano Elisabetta, Federica, Valentina – e se non faranno qualche modifica alla riforma è possibile che le nostre classi verranno cancellate». «Questo perchè – aggiunge Annamaria – le classi devono avere minimo 25 alunni. Inoltre tolgono soldi dalla scuola pubblica per darli a quella privata». Mentre gli studenti escono dalla palestra dopo l’assemblea, Greta del quinto anno, pensa già alle difficoltà che potrebbe incontrare all’università. «Non sono benestante – spiega – e credo che l’aumento delle tasse giocherà a mio sfavore. Il Governo, poi, darà soldi alle scuole private che hanno insegnanti peggiori. Insomma vogliono rendere il popolo più ignorante». Lisa e Francesca, inoltre, che frequentano la quarta liceo, considerano la riforma deleteria dopo l’eliminazione delle ore di recupero per mancanza di docenti e danaro. «Ora – spiegano i rappresentanti degli studenti del liceo – dobbiamo essere tutti uniti nella protesta assieme agli altri istituti del Professionale e dell’Iti-Itc, per contare di più contro questa riforma. Poi decideremo le azioni da intraprendere». Alla stragrande maggioranza di contestatori, ci sono anche studenti che la pensano diversamente in quanto, a lro dire, esisterebbe una scarsa informazione sulla riforma, accentuata da infiltrazioni di forze politiche anti-governative. Matteo, ad esempio, è convinto che verranno tagliati gli sprechi a vantaggio della meritocrazia. «Chi è capace – dice – va avanti. Altrimenti è meglio che vada a casa oppure a lavorare». Irene, Carlotta e Giulia, invece, sono favorevoli alla riforma, per eliminare gli sperperi. «Non è vero – dicono – che ci sarà solo il maestro unico alle elementari in quanto è previsto anche quello della lingua stranierio e di ginnastica. Poi siamo favorevoli alle classi “differenziali” perché consideriamo che uno straniero, prima di affrontare la scuola, debba conoscere la lingua italiana. Questo non è razzismo, ma solo una facilitazione all’integrazione nel nostro Paese». Comincia, dunque, una nuova settimana di contestazione. Domani dalle 8 ci sarà l’assemblea generale di tutte le superiori all’Area verde di via Valentinis, martedì alle 19, vigilia dell’approvazione della legge, gli studenti di tutte le scuole si troveranno davanti al municipio di Ronchi con torce, accendini, pile e fiaccole «per tenere illuminata la scuola che vogliono spegnere». Giovedì sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma.
Ciro Vitiello

Il Piccolo, 26 ottore 2008 
 
NUOVO ESERCIZIO COMMERCIALE INAUGURATO IN VIA GIACICH  
I bengalesi sono oltre il 4% in città e aprono il loro ottavo punto-vendita
  
 
Cresce la comunità bengalese in città. Con i suoi quasi 1200 residenti, rappresenta il 4% della popolazione monfalconese. Un trend in aumento per quella che costituisce la nazionalità più presente sul territorio, considerato peraltro che nell’ultimo mese i bengalesi sono aumentati di 44 residenti. Erano 1147 a fine agosto e sono saliti a 1191 a fine settembre.
Cresce la comunità bengalese a fronte di un’occupazione che se è comunque concentrata nei cantieri navali, considera anche l’impiego nel settore commerciale. I punti vendita sarebbero una dozzina, rappresentativi del 5% delle attività. Si tratta per lo più di negozi alimentari e di Internet point-phone center, soggetti a specifica norma nazionale e, dall’agosto 2005, anche assoggettati alle normative antiterrorismo. L’apertura è legata pertanto a licenza emessa dalla Questura. Gestioni dirette, applicando gli orari in ordine alle città con «status turistico», per venire incontro ai connazionali che lavorano in cantiere. Punti vendita distribuiti nelle aree del centro cittadino.
Secondo tuttavia i dati in possesso del presidente del Coordinamento degli immigrati, nonchè presidente dell’associazione Bimas di Monfalcone, Mark Mohammad Hossain Mukter, le attività commerciali reali sarebbero otto. Compreso il nuovo esercizio inaugurato ieri in via Giacich. È un punto vendita di generi alimentari, frutta e verdura, che raccoglie 15 soci e propone anche prodotti italiani. Una iniziativa che, è stato spiegato, intende essere il primo di un più ampio progetto, volto a un’espansione commerciale attraverso anche altre tipologie merceologiche, come l’abbigliamento.
Segnali questi di «stabilizzazione» della comunità nel territorio? Secondo il presidente del Coordinamento per gli immigrati, la realtà della comunità bengalese va letta in altri termini. «Intraprendere un’attività commerciale – spiega – non è facile, soprattutto garantirne la continuità. Ultimamente sono stati chiusi 5 negozi, attività già interrotte le cui pratiche però sono ancora da completare. Parlare di 12 negozi, pertanto, è una cifra teorica. Le attività effettive ora sono otto, compreso il nuovo negozio appena inaugurato». Commercio difficile, dunque, che risente della crisi economica generale, e in parte, dice Mark, della stessa inesperienza dei connazionali: «I bengalesi fanno difficoltà a mantenere la continuità commerciale. È nota la crisi dei generi alimentari, con i relativi aumenti dei prezzi. I nostri negozi, inoltre, utilizzano la formula del credito. Anche questo aspetto pesa sulla gestione».
Secondo l’assessore alle Politiche sociali, Cristiana Morsolin, la presenza di punti vendita bengalesi rappresenta un modo per mantenere la propria identità culturale e i legami con il territorio di origine. «Sono attività – sostiene l’assessore – sostanzialmente ”tarate” sulle esigenze della comunità. Ma rappresentano anche un primo passo verso l’apertura con il territorio». Il presidente dell’Ascom, Glauco Boscarolli, osserva come queste attività hanno un target espressamente rivolto alla propria comunità, non ponendosi in termini di concorrenza. «Sotto il profilo amministrativo – aggiunge Boscarolli -, queste attività risultano in regola, dimostrando correttezza nel rispetto delle normative del settore. Molti commercianti bengalesi, inoltre, si rivolgono all’Ascom per i servizi».

Il Piccolo, 25 ottobre 2008 
 
CRESCE LA MOBILITAZIONE IN CITTÀ  
Studenti uniti contro la riforma  
Lunedì maxi-assemblea degli studenti di tutte le scuole superiori
 
 
Si inasprisce la protesta degli studenti monfalconesi contro la riforma Gelmini. Comincia oggi, infatti, un’assemblea autogestita, quasi sicuramente un preludio dell’annunciata autogestione al liceo scientifico «Michelangelo Buonarroti», con un’assemblea con dibattito nella palestra della scuola alle 8, che coprirà interamente l’orario delle lezioni.
Per la prima volta, inoltre, ha deciso di dare la propria adesione alla mobilitazione la maggior parte dei docenti. Fino al 30, infatti, gli insegnanti sempre del liceo hanno sospeso le attività pomeridiane extrascolastiche e, assieme ai docenti di altri istituti, parteciperanno anche alla manifestazione in programma a Romaq per giovedì 30 ottobre.
Lunedì è programmata, invece, all’area verde di via Valentinis, l’assemblea congiunta dei tre istituti del Monfalconese, composta dagli studenti liceo «Buonarroti», da quelli dell’istituto professionale di via Boito, da quelli dell’istituto alberghiero di via Cosulich e infine da quelli dell’Itc-Iti «Einaudi Marconi» di Staranzano.
Se parteciperanno tutti gli studenti iscritti si prevede la presenza di circa duemila ragazzi. Ieri i dirigenti scolastici dei tre istituti, Isabella Minon (liceo), Marco Fragiacomo (Iti-Itc) e il vice del Professionale, Paolo Miletta, hanno fatto sapere che sono contrari a un’eventuale occupazione della scuola.
Anche se gli studenti hanno tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso, le proteste vanno contenute nell’ambito delle regole e della legalità.
Uno dei rappresentanti del gruppo studentesco del sindacato Uds (Unione degli studenti), ha messo in chiaro che protesta viene attuata perché con il decreto Gelmini la scuola pubblica «oramai è destinata a morire, dopo la reintroduzione del maestro unico alle elementari, gli accorpamenti degli indirizzi nelle superiori, il taglio dei docenti e dei fondi per le università».
L’illustrazione della riforma sarà, infatti, oggetto della prima parte dell’ordine del giorno dell’assemblea prima di dare spazio alla discussione.
«Dimostreremo – ha affermato il rappresentante dell’Unione degli studenti – che alcuni articoli della riforma Gelmini sono in contrasto con la Costituzione per cui, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avrà buoni motivi per non firmare il decreto quando arriverà nelle mani».
«L’assemblea, inoltre, deciderà sul prosieguo dell’agitazione e le modalità della partecipazione alla protesta di lunedì. Vorremmo subito chiarire – prosegue – che trattandosi di un’assemblea autogestita, i colleghi studenti che lo vorranno, potranno frequentare regolarmente le ore di lezioni curricolari che si svolgeranno nelle classi». Gli stuidenti fanno sapere che non vanno incerca di violenza o di scontri, ma che non accettano le dichiarazioni di Berlusconi che minaccia l’intervento della polizia.
Ciro Vitiello

Il Piccolo, 25 ottobre 2008 
 
VERRÀ PRIMA SENTITO IL PARERE DEI RESIDENTI  
Sospesa a Panzano la creazione della zona a traffico limitato
 
 
La creazione della Zona a traffico limitato nelle due aree del rione di Panzano più vicine al cantiere navale e allo stabilimento di Ansaldo sistemi industriali è sospesa. Lo conferma l’assessore all’Urbanistica Massimo Schiavo, che già nel corso dell’incontro con i residenti del quartiere aveva sottolineato come l’amministrazione comunale non avesse alcuna volontà di imporre uno strumento non condiviso. «Non è stata approvata alcuna delibera di giunta – afferma Schiavo – e non lo sarà fino a quando non sarà chiaro se la Ztl è desiderata o se invece è ritenuta inutile dagli abitanti di Panzano, anche se personalmente continuo a credere che la Ztl poteva essere un modo per proteggere la parte più antica del rione dall’invasione delle automobili per la quale non è stata costruita». La convinzione dell’assessore all’Urbanistica parte dalle esperienze già esistenti in città con le Zone a traffico limitato di via Serenissima o via Ceriani i cui residenti non vorrebbero tornare alla situazione precedente.
«Anzi, spesso ci sono lamentele per i troppi accessi di persone non autorizzate – spiega Schiavo -. Per questo si sta pensando di regolare gli ingressi con piloni mobili o di controllarli tramite telecamere, soprattutto per quel che riguarda via Serenissima, ancora utilizzata come scorciatoia rispetto corso del Popolo». Nelle Zone a traffico limitato già esistenti i residenti sono inoltre riusciti a gestire senza troppe difficoltà, a quanto risulta al Comune, la questione delle visite da parte di familiari e amici che devono lasciare le proprie automobili fuori dalla Ztl. «Anche a Panzano, per come si era pensato di strutturare la Ztl, i non residenti non avrebbero dovuto lasciare i propri mezzi a distanze eccessive – osserva l’assessore all’Urbanistica -. L’accesso inoltre è sempre garantito ai portatori d’handicap e a chi ha l’autorizzazione a trasportarli. Con meno problemi di sosta anche i mezzi di soccorso avrebbero una migliore agibilità della zona».
L’idea di fondo, ribadisce poi Schiavo, «non era certo quella di chiudere il rione di Panzano: tant’è che tutte le vie principali e su cui insistono negozi e locali pubblici rimangono aperte». Rimarrebbe accessibile anche la piazzetta di via Predonzani, in modo da non penalizzare le attività commerciali di via Pisani. «Ritengo che la Ztl potesse essere uno dei possibili tasselli per migliorare la qualità della vita dei residenti – aggiunge Schiavo – in tempi stretti e non prescindendo dalle altre azioni elaborate dall’amministrazione, cioé lo spostamento del raccordo ferroviario per Fincantieri e la creazione di una nuova viabilità per i mezzi pesanti diretti alle fabbriche, e da quelle che dovrebbero fare le aziende insediate nel rione».
L’assessore pensa al parcheggio da 300 posti auto che Fincantieri deve realizzare attorno alla torre dell’acquedotto. «Non c’era e non c’è alcuna volontà di penalizzare quanti vengono a Panzano per lavorare – tiene a sottolineare Schiavo -. Credo che i lavoratori dovrebbero trovare un’alleanza con i residenti per tentare di arrivare a una soluzione dei problemi della sosta nel quartiere». L’atto che avrebbe dovuto essere portato in giunta proponeva inoltre che la sosta all’interno della Ztl fosse consentita non solo ai residenti delle vie ricomprese, ma anche a quelli nelle vie di delimitazione della Ztl, mantenute libere al transito e quindi alla sosta di quanti lavorano negli stabilimenti di Fincantieri e Ansaldo sistemi industriali.
Laura Blasich

Il Piccolo, 24 ottobre 2008 
  
No alla sorveglianza con gli ex carabinieri  
Luise: «I volontari avranno compiti sociali non repressivi»
 
 
Il sindaco Gianfranco Pizzolitto varerà le ordinanze sul vivere civile, che dovrebbero fra l’altro vietare gli assembramenti sotto la loggia del municipio, solo dopo il confronto con l’associazione dei commercianti e gli istituti scolastici. L’amministrazione comunale ritiene del resto che il percorso debba essere condiviso e soprattutto compreso, come sottolinea l’assessore alla Sicurezza Michele Luise, che conferma d’altro il taglio decisamente «sociale» dell’eventuale utilizzo di volontari in città, in base a quanto previsto dal Progetto sicurezza inviato alla Regione per ottenere i fondi necessari a realizzarlo. L’amministrazione comunale, nonostante le sollecitazioni ricevute anche dal presidente della consulta della Cultura Rino Romano, non ha insomma alcuna intenzione di utilizzare le associazioni combattentistiche e d’arma sul territorio. «Al di là del percepito, non ci sono le condizioni a Monfalcone per un’ulteriore apporto di persone che si possono considerare specializzate, anche se in congedo – afferma Luise -. Il controllo del territorio c’è già da parte di chi è preparato a farlo e il riscontro di atti deliquenziali legati al bullismo o alla microcriminalità è davvero limitato».
A fronte di un quadro del genere, quindi, secondo l’assessore alla Sicurezza mettere in campo dei corpi in qualche modo «speciali» pare essere un’operazione del tutto sproporzionata rispetto alla situazione che si vive quotidianamente in città».
«Credo che l’esperienza di Parma dovrebbe insegnarci qualcosa – prosegue l’assessore comunale Michele Luise -, perché non ci si può improvvisare operatori della sicurezza e alla fine le forzature rischiano si fare più male che bene».
L’assessore comunale alla Sicurezza ribadisce, quindi, il taglio «sociale ed educativo» che l’eventuale utilizzo di personale volontario nel territorio monfalconese è destinato ad avere: controlli, dunque, segnalazioni e al massimo inviti bonari a comportamenti adeguati.
«Si tratterà di un’azione di collaborazione a fini esclusivamente pedagogici e di crescita culturale complessiva – aggiunge – e realizzata con cittadini che si presteranno in modo assolutamente volontario e sapendo bene quale sarà il loro impiego sul territorio».
Per fronteggiare altre situazioni, che non siano quelle riconducibili a una scarsa educazione o conoscenza degli usi locali e delle regole di convivenza civile ma che sfocino in fenomeni delinquenziali veri e propri, in sostanza «ci sono le forze dell’ordine che stanno ottenendo ottimi risutati senza bisogno di rinforzi».
«Questa non è solo la mia posizione, ma è anche quella del sindaco Pizzolitto e dell’intera giunta», sottolinea l’assessore Michele Luise, che spiega poi come «se ci saranno da effettuare delle scelte, prima si penserà al rafforzamento dell’illuminazione o all’opuscolo sul vivere civile che vogliamo distribuire in città e poi all’ulteriore ampliamento della rete di videosorveglianza», sulla quale ci sarebbe ancora da trovare un accordo. (la.bl.)

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