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Il Piccolo, 05 giugno 2010
 
PENE PIÚ LIEVI RISPETTO ALLA RICHIESTA DI 11 ANNI DEL PM. RIDIMENSIONATO L’IMPIANTO ACCUSATORIO 
Processo Anolf, tre condanne e due assoluzioni 
Alla Salvatori inflitti dieci mesi, nove a Tarantino e sei alla Biniaku. Paone e Bradaschia prosciolti
 

di FRANCO FEMIA

Tre condanne e due assoluzioni: è questa la sentenza del processo Anolf emessa dal tribunale (presidente Trotta, a latere Bigattin e Santangerlo) dopo quasi 4 ore di camera di consiglio. Dieci mesi di reclusione e 600 euro di multa sono stati inflitti a Maria Grazia Salvatori, nove mesi e una multa di 450 euro a Gianfranco Tarantino e sei mesi e 300 euro di multa a Klotilda Biniaku. Assolti perché il fatto non sussiste da tutti i capi di imputazione Davide Bradaschia e Giuseppe Paone.
La Salvatori, che era la presidente dell’Anolf al momento dei fatti incriminati, è stata ritenuta responsabile per quanto riguarda il progetto ”Osservatorio migranti” ma solo per l’erogazione del saldo di 9mila 226 euro del contributo di 45mila euro concessogli dall’Ass e per il finanziamento ricevuto per il progetto ”Casa insieme 2004”. È stata invece, come assolta per le altre imputazioni assieme a tarantino e alla Biniaku. Alla Salvatori e alla Biniaku è stata concessa la condizionale e la non menzione, mentre a Tarantino la pena è stata interamente condonata. La Salvatori, Biniaku e Tarantino sono stati condannati al risarcimento del danno subito da parte dell’Ass da liquidarsi in separata sede, mentre la sola Salvatori dovrà pagare una provvisionale di 5mila euro all’Azienda sanitaria Isontina.
La Salvatori ieri, prima che il collegio giudicante si ritirasse per la sentenza, ha reso spontanea dichiarazioni elle quali ha sostenuto come i progetti che l’Anolf seguivano venivano controllati dagli enti e in particolare dalla Regione. «Sono andata via dall’Anolf con molto rammarico – ha detto – ma a testa alta. Da quando è iniziato questo processo la mia vita professionale è finita». E con una voce rotta dall’emozione ha aggiunto che «ho svolto il mio lavoro con correttezza».
Sono comunque pene lievi quelle emesse dal tribunale al termine del processo durato due anni rispetto alle richieste per complessivi 11 anni, avanzate dal pubblico ministero Marco Panzeri, tanto che i difensori degli imputati si sono dichiarati sostanzialmente soddisfatti della sentenza, pur preannunciando che presenteranno appello.
L’avvocato Paolo Marchiori, che difendeva la Salvatori, riservandosi di leggere le motivazioni della sentenza, ha sottolineato che sono caduti molti capi di imputazione e che è emerso come non esistessero finanziamenti ”sospetti” sui progetti dell’Anolf, progetti pienamente realizzati.
L’avvocato Enrico Agostinis – tutelava Tarantino, la Biniaku e Paone – ha sostenuto come «è stato ridimensionato l’impianto accusatorio, che molti capi di imputazione sono caduti e sono rimasti quelli con ipotesi di reato più lievi». Pienamente soddisfatto L’avvocato Riccardo Bassi, che difendeva Bradaschia: «Il mio cliente è uscito dal processo a testa alta».
Sotto il mirino della magistratura erano finiti alcuni progetti creati dall’Anolf, l’Associazione nazionale oltre le frontiere, negli anni tra il 2001 e il 2004. Il più consistente riguardava la convenzione con il Comune di Monfalcone per la gestione del Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati per gli anni dal 2002 al 2004, per i quali l’ente locale aveva versato all’Anolf 484mila euro. Con l’Ass l’Anolf aveva firmato nel 2003 una convenzione per il progetto ”Osservatorio migranti” ricevendo un finanziamento di 45mila euro concesso dalla Regione. Il terzo progetto era intitolato ”Casa insieme 2002” con un finanziamento regionale di 32mila euro. Infine, il quarto progetto per 113mila lire erogati dalla Regione, riguardava la costituzione di una fondo rotazione destinato alla concessione di prestiti a favore degli stranieri per il pagamento degli affitti. Regione, Azienda sanitaria e Comune di Monfalcone si erano costituiti parte civile. Ma dalla sentenza è emerso che solo l’Ass potrà ottenere, ma solo in parte il risarcimento dei soldi versati all’Anolf per i progetti ”Osservatorio migranti” e ”Casa insieme 2004”.

Il Piccolo, 08 maggio 2010
 
PROGETTI A FAVORE DEI MIGRANTI
Processo Anolf, il pm chiede condanne per quasi 11 anni 
La pena più pesante, 4 anni e 8 mesi, all’ex presidente Salvatori

di FRANCO FEMIA

Condanne per complessivi 10 anni e 8 mesi sono state richieste dal pubblico ministero Marco Panzeri per quattro dei cinque imputati nel processo Anolf. La pena più pesante, 4 anni e 8 mesi, è stata chiesta per Maria Grazia Salvatori, ex presidente dell’associazione, accusata di malversazione e truffa. Per Gianfranco Tarantino, collaboratore di Anolf, il pm ha chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi, per l’albanese Klotilda Biniaku 1 anno e 6 mesi e per Giuseppe Paone un anno di reclusione. Per Davide Bradaschia la pubblica accusa ha chiesto il non doversi procedere per prescrizione. Questi ultimi tre imputati erano stati a loro tempo presidenti della cooperativa sociale Aurora di Gorizia. Il pm per alcune ipotesi di truffa ha chiesto l’applicazione della prescrizione, prescrizione che interverrà a partire dal prossimo anno per tutti i capi di imputazione.
L’accusa che viene rivolta ai responsabili dell’Associazione è quella di aver ricevuto contributi da parte di Regione, Comune di Monfalcone e Azienda sanitaria e di non aver destinato la totalità della somma alla realizzazione dei progetti per i quali era stata erogata e, in alcuni casi – sempre secondo l’accusa – firmando assegni a favore di collaboratori dell’associazione o della cooperativa Aurora per operazioni che sono state considerate inesistenti o estrane alle finalità dei progetti. «I rendiconti presentati erano falsi, alcune spese in realtà non erano mai state sostenute. E tutto questo per poter ottenere il saldo dei contributi che erano stati in parte già erogati dagli enti locali», ha detto nella sua requisitoria il dottor Panzeri, che alla fine non ha potuto annotare come la fase istruttoria del dibattimento si sia dilungata anche perché la stragrande maggioranza dei testi citati dalla difesa non aveva alcuna rilevanza ai fini del processo.
Sotto il mirino della magistratura erano finiti alcuni progetti creati dall’Anolf, l’Associazione nazionale oltre le frontiere. Il più consistente riguarda la convenzione con il Comune di Monfalcone per la gestione del Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati per gli anni 2002, 2003 e 2004, per i quali l’ente locale aveva versato all’Anolf 484mila euro. Con l’Ass l’Anolf aveva firmato nel 2003 una convenzione per il progetto Osservatorio migranti ricevendo un finanziamento di 45mila euro concesso dalla Regione. Il terzo progetto era intitolato Casa insieme 2002 con un finanziamento regionale di 32mila euro. Infine, il quarto progetto per 113mila lire erogati dalla Regione, riguardava la costituzione di una fondo rotazione destinato alla concessione di prestiti a favore degli stranieri per il pagamento degli affitti.
Regione, Azienda sanitaria e Comune di Monfalcone si sono costituiti parte civile e i loro legali – rispettivamente avvocati Cossina, Cattarini e Sanzin – ieri hanno chiesto la condanna degli imputati e il risarcimento dei danni materiali quantificati nello stesso importo dei contributi erogati e 50mila euro per i danni morali. Si è costituita con l’avvocato Furlan anche l’Anolf che ha chiesto un risarcimento di 100mila euro per i danni morali cagionati all’associazione da questa vicenda.
Ora la parola spetterà alla difesa. Nella prossima udienza, fissata per il 28 maggio, interverranno gli avvocati Marchiori per la Salvatori, Agostinis per Biniaku, Paone e Tarantino, e Bassi per Bradaschia. Il tribunale ha già anticipato che servirà poi un’ulteriore udienza per le repliche e la sentenza.
In apertura di udienza l’avvocato Marchiori aveva sollevato che il verbale della deposizione di un testa, avvenuta nell’udienza del 15 gennaio, era incompleta e pertanto chiedeva il rinvio del processo. Il tribunale, accertato che in effetti la trascrizione era incompleta, ha assicurato che entro la prossima udienza avrebbe fornito alle parti la trascrizione completa della deposizione.

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